“So bene quanto sia preziosa l’opera che sta portando avanti il dott. Gianfranco Mellino nel cuore della metropoli paulista e so anche che viene dalla vostra città. Ve lo saluterò cordialmente, ringraziandolo per quanto sta facendo nell’accoglienza ai più poveri nel centro urbano”, così dom Odilo Pedro Scherer, cardinale ed arcivescovo di San Paulo del Brasile, mercoledì sera dopo la Messa presieduta nella chiesa del Ferrone a Mondovì, appena giunto da Roma – ove è arrivato da oltreoceano per il Concistoro di sabato per la conclusione dell’Anno santo domenica –. Ma quello con Gianfranco Mellino, farmacista di Carassone imprestato alla direzione dell’Arsenale della speranza” (Sermig) proprio a San Paulo, non è il solo legame con Mondovì da parte del dom Odilo Scherer: infatti ha voluto far visita a don Egidio Motta, ora parroco ai Piani di Breo, Piandellavalle e Borgato, perché, negli anni ’90, l’allora sacerdote brasiliano – poi diventato arcivescovo e cardinale – era addetto alla Congregazione dei vescovi in Santa Sede ed era ospite della Parrocchia dei Santi Patroni a Roma, affidata a presbiteri monregalesi. E don Egidio era allora, con don Meo Bergese, impegnato nella comunità parrocchiale romana. Un periodo prezioso nell’esperienza italiana di dom Odilo Scherer, per la quale ha voluto esprimere riconoscenza – in fraterna amicizia – allo stesso don Egidio Motta. Nella chiesa del Ferrone l’arcivescovo era accompagnato dal direttore del settimanale diocesano di San Paulo, don Michelino Roberto (con origini pugliesi della sua famiglia). Ha fatto gli onori di casa ovviamente il parroco don Flavio Begliatti, che simpaticamente ha ricordato come fosse la prima volta di un cardinale nella parrocchia del Ferrone. E dopo l’Eucaristia un momento informale di dialogo – da parte dell’arcivescovo dom Odilo – con la comunità presente. Giovedì mattino il cardinale ha sostato alla “Cittadella della carità” a Breo, per poi rientrare a Roma.
Al Ferrone, la Messa con dom Odilo Pedro Scherer, cardinale di San Paulo
Era a Mondovì per l’amicizia che lo lega a d. Egidio Motta