Mercoledì il "sacerdote degli ultimi", don Renato Chiera, ha incontrato papa Francesco in Vaticano. «Con lui vedo la chiesa che ho sempre sognato» ha detto don Renato, tornato in Italia per alcune settimane.
Il missionario, accompagnato da alcuni volontari attivamente impegnati in Brasile nelle “Case do Menor”, ha consegnato al Santo Padre anche una “Menina”, la bambola ideata dall’Associazione “L’Aquilone” di Farigliano e realizzate dalle ospiti della Casa di riposo fariglianese, la cui vendita ha dato vita ad una raccolta fondi proprio per la “Casa do menor” di Fortaleza.
Al termine dell’udienza generale il Papa ha rivolto un particolare saluto ai fedeli brasiliani auspicando che il Paese, in questo momento di difficoltà, possa procedere “sui sentieri dell’armonia e della pace, con l’aiuto della preghiera e del dialogo”.
"Il Brasile nasconde i poveri per le Olimpiadi"
«Esattamente come accaduto per i Mondiali di calcio - ha raccontato don remnato a Radio Vaticana -, si cerca di nascondere, di togliere tutto quello che può fare brutto, che può sporcare. E chi sporca sono i poveri e chi sporca sono i negri, chi sporca sono i ragazzi, chi sporca è il popolo abbandonato. La “crackolandia” adesso è confinata: a livello di ragazzi, non ci sono più tanti ragazzi in strada, perché la polizia li scaccia. Vai a Copacabana: non ci sono più. Allora dicono: “Ma non ci sono più i ragazzi di strada!”: lo sai dove sono? Nel narcotraffico. Perché è l’unico spazio dove hanno protezione, visibilità e possibilità di vivere. Però, nel narcotraffico loro sono addestrati a uccidere e a essere uccisi. Anche se quantitativamente sembra che sia minore l’abbandono, ma è molto più grave perché sono ragazzi attinti dalla violenza e loro stessi molto violenti. Ragazzi che hanno ucciso e mi dicono: “Padre, tu non sai che se io non uccido, mi uccidono!”. E noi stiamo cercando di essere presenti in queste frange più povere e più ferite. Noi lavoriamo molto con i bimbi abbandonati: “bimbi”! Storie di violenza che noi adulti facciamo su di loro, cose che sono vergognose. Il Papa è indignato, io lo sono con lui. E noi crediamo che adesso le cose peggiorino. Lo Stato di Rio è in fallimento: lo Stato è in fallimento. I vescovi hanno lanciato questa voce molto forte, dicendo al governo che deve guardare ai poveri e adesso noi abbiamo molta paura che torniamo al passato. E questo mi fa soffrire molto.».