Il processo ai quattro bancari imputati per concorso in usura rischia di saltare o, quantomeno, di essere dimezzato nelle accuse. Giulia Colangeli, il pubblico ministero che ha “ereditato” la causa dal collega Massimiliano Bolla, trasferito a Savona, non condivide l’impostazione del capo di imputazione e, martedì, in aula, ha chiesto ai giudici di poterla rivedere.
Gli imputati sono quattro bancari: A.C., R.T. e E.R., tre impiegati delle filiali doglianesi di due istituti di credito, e G.T., ex direttore di un altro istituto. A denunciarli è stato l’imprenditore fallito Ezio Peirone, di Dogliani. Il pm Bolla riteneva che gli imputati fossero «consapevoli» che Peirone stesse subendo ricatti da due usurai (entrambi condannati per usura dal tribunale di Alessandria) e, nonostante ciò, gli permisero di pagare i debiti usurari con assegni, applicando a loro volta, sui prestiti, tassi di interesse al di sopra delle soglie consentite. Si tratterebbe di 70 mila euro, che, in due anni, sarebbero diventati oltre un milione. Il sostituto procuratore Colangeli, ora, ritiene che l’unico modo di salvare l’imputazione sia trasferire una parte del giudizio ad Alessandria. La questione verrà affrontata nell’udienza del 13 dicembre. Le indagini erano state condotte dalla Guardia di Finanza.