L’arte come archivio di memoria. Intervista con Serena Gamba

Serena Gamba espone presso la galleria Moitre di Torino con la sua personale "Monologo": una riflessione sull'arte come archivio di memoria, custodia e reinterpretazione di una grande tradizione culturale.

Serena Gamba è una giovane autrice molto interessante, che in questi giorni è presente a Torino con una interessante mostra, "Monologo", presso la galleria Moitre. Dato che Culture Club 51 vuole fornirvi uno sguardo sulle ricerche a nostro avviso più interessanti che si sviluppano intorno a noi, sotto il profilo musicale, letterario, teatrale... ma anche di arte visiva, ci è sembrata buona cosa offrivi questa breve ma essenziale intervista sul lavoro di Serena, che ringraziamo di cuore per la sua collaborazione. 

Grazie di aver accettato quest’intervista per presentare ai nostri lettori il tuo lavoro. Come è cominciato il tuo percorso artistico?

Il mio percorso è paragonabile ad un ritorno a casa. Ad un certo momento della mia vita ho compreso che qualcosa non funzionava, non ero soddisfatta, ero confusa e non riuscivo a canalizzare nel modo giusto le mie energie.  Sono tornata sostanzialmente all’origine del mio percorso di studi, è stato importante comprendere come in realtà avevo più chiarezza a 14 anni che a 25. Queste riflessioni mi hanno aiutata a fare un passo indietro, abbandonare ciò che avevo costruito intorno alla mia personalità e liberarmi ed intraprendere una nuova strada, più onesta per me.

 
Nel tuo lavoro sembra di cogliere un rapporto privilegiato con i grandi maestri del passato, riletti però in chiave profondamente contemporanea. Quali sono le ragioni di questa tua attuale ricerca?

La mia ricerca si basa sulla creazione di un archivio, uno strumento di memoria.

In questo archivio ideale la Storia dell’Arte è soggetto principale e campo di indagine privilegiato da proteggere, ricordare e divulgare.

La memoria e l’oblio coesistono come la vita e la morte. L’indagine della memoria consente di addentrarmi nelle viscere oscure e sensuali dell’oblio. In questa ricerca definisco immagini senza “immagine”, in cui il ricordo e la loro dimenticanza ne diventano il fulcro.

Fino a che punto il ricordo riuscirà a indagare e/o rallentare l’oblio? Cos’è la memoria? Cos’è l’oblio?

L’oblio inteso come fine naturale ed inevitabile del nostro essere/esistere, come annullamento della cultura (di cui l’arte ne rappresenta una parte), come contenitore del tutto.

In cosa consiste questa esposizione “Monologo” presso la Galleria Moitre di Torino?

Monologo è un momento di riflessione sulla strada che ho intrapreso fino ad oggi. È una sorta di pensiero che si concretizza in una mostra personale che offre una panoramica della poetica che lega le opere una all’altra. Chiude un ciclo e ne apre un altro.

Con Monologo ho scritto un breve testo, che si potrà trovare in Galleria stampato in una piccola edizione, a tratti duro, critico, che alterna poesie ad un mini Manifesto. Una sorta di flusso di coscienza che funge da specchio, una guida che mi tiene sull’attenti.

 

Quali sono i tuoi progetti futuri in ambito artistico? Come vedi, in generale, il futuro dell’arte nei prossimi anni, in Italia e non?

 

Quello che posso dire per rispondere a questa domanda è che voglio andare avanti e continuare ad addentrarmi sempre più a fondo nella mia ricerca; per farlo, lo studio e la dedizione saranno al primo posto. Non posso fare previsioni perché viviamo in un momento di instabilità pertanto non ho certezze rispetto al come e quanto il mio lavoro verrà apprezzato, capito e divulgato. Sono molto determinata e certamente ho degli obbiettivi che sto cercando di perseguire. Mi piace immaginarmi in una celletta a studiare, disegnare, scolpire, senza perdermi troppo nei percorsi altrui. L’Arte scorre veloce trascinando opere molto interessanti ed altre non classificabili, in questo flusso è facile perdersi, la velocità non sempre aiuta a soffermarsi, lasciare decantare ed in certi momenti anche autocensurarsi. Si ha spesso il bisogno di mettere in mostra ogni cosa che passi per la mente ma ritengo sia necessario che la polvere prodotta dalle idee si debba depositare per comprenderne la reale consistenza. Fare previsioni sull’arte contemporanea in Italia e all’estero in due righe non è semplice, sono convinta ci siano bravi artisti in Italia che dovrebbero essere sostenuti con forza e slancio, che ci sono dinamiche ad alti livelli distanti dalla poetica e l’essenza dell’arte stessa che determinano la macchina Arte, è necessario aver chiaro prima di tutto il proprio lavoro ed essere scaltri nel muoversi all’interno di tali meccanismi.

 Ringraziamo ancora di cuore Serena Gamba per la sua disponibilità.

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