“L’arte del riciclo” è la mostra che il Comune di Mondovì ha voluto dedicare all’arte di Marco Roascio, un nostro concittadino che da tempo ha avviato un interessante percorso artistico. Le prime opere di Roascio risalgono ai primi anni ’80, una produzione grafica dal segno minuzioso e affollato; segue nei primi anni 2000 il passaggio alla pittura e, verso il 2008, l’avvio della “cabalinguistica”, applicando l’anagramma all’arte visiva. In questo ambito Roascio rielabora anche manifesti pubblicitari e poi, con un passaggio alla tridimensionalità, anche vari oggetti di consumo (imballaggi, bottiglie contenitori...), impreziosendoli coi suoi caratteristici pattern realizzati con vari tipi di marker colorati. Da Mimmo Rotella ad Andy Warhol, potremmo dire.
Al di là della valenza critica, il risultato visivo è poi comunque a suo modo seducente, un intrico di pattern tra Moebius e Keith Haring. Questa ricerca è quindi il fulcro della mostra, e si collega alla sempre maggiore attenzione al corretto smaltimento e riciclo dei rifiuti, necessaria per la tutela di un ecosistema sempre più delicato. Ecco quindi che la mostra di Roascio può essere uno spunto di partenza per una riflessione didattica: in questo senso vanno proprio anche le opere più recenti, presentate per la prima volta nella mostra: alcuni grandi cartelloni didattici degli anni ’60 delle scuole cittadine, destinati al macero e riqualificati da Roascio con intervento pittorico (una copia per ogni tipo è stata conservata integra, a titolo d’esempio). Un’esposizione interessante e particolare, un rapido “one shot” su una affascinante ricerca grafica, che si aggiunge alla lunga tradizione della città.