Cars 3 chiude l’estate delle automobili parlanti

Atmosfere impregniate di amarcord e nostalgia, emozioni di velocità pura e sorpassi mozzafiato in un film dove non mancheranno i colpi di scena

Per gli appassionati di corse di velocità è stato un anno molto entusiasmante con l’uscita nelle sale di numerosi titoli: dall’ottavo capitolo di Fast&Furious, a Baby drive, Death race 2050, Overdrive e ora Cars 3 che hanno dato modo di veder sfrecciare veicoli sportivi per le strade e i circuiti di tutto il mondo, ma non solo questo: gli amanti delle livree avveniristiche e delle carrozzerie dalle forme sensuali dall’aggressiva aerodinamicità saranno stati richiamati dal rombo dei motori e dallo scuotere di ingranaggi dei Transformers, coi loro cuori e legamenti artificiali sotto una pelle metallica e luccicante, ideologicamente associabili ai personaggi a quattro ruote antropomorfizzati della Pixar, in quanto dotati di volto e capacità di interloquire.

TRAMA

La serie vincente di corse di Saetta McQueen viene bruscamente frenata dall’arrivo delle auto di nuova generazione capeggiate dalla nuova stella Jackson Storm; molti della sua leva lasciano sentandosi superati, ma non lui. Nell’ultimo gran premio della stagione Saetta subisce un’incidente nel tentativo di tenere il passo di Storm, molti pensano che sia arrivato il momento dei titoli di coda della sua carriera, ma lui non è d’accordo e aiutato dai vecchi amici e dalla personal trainer Cruz è pronto per l’ultima scommessa, la vittoria nella prossima corsa della Piston cup contro Storm varrà anche il proseguimento della carriera.

https://www.youtube.com/watch?v=JrXaT25D5To

E’ paradossale che un film come Cars 3: ideato chiaramente per la fantasia e l’ingenuità del pubblico dei giovanissimi, sia tra le versioni più verosimili della rappresentazione del mondo delle corse, togliendo fuori  dal discorso il soggetto e l’idea di rendere umani dei veicoli ovviamente, tutto il resto è credibile e curato nei minimi dettagli, dagli aspetti tecnici e di contorno, dalla razionalità nello svolgimento della competizione fino a tutto quello che c’è attorno; nonostante in molti abbiano tentato la strada nella storia del cinema (alcuni con risultati imbarazzanti) sono stati davvero pochi a far meglio della Pixar, probabilmente il solo Ron Howard con Rush.

 

L’immenso valore tecnico dello studio di animazione è già stato ampiamente comprovato, qui ne abbiamo una nuova prova: oltre la capacità di trasformazione e caratterizzazione dei veicoli dalla sfera faunistica e umana, troviamo una ricostruzione memorabile dei filmati d’epoca, l’aspetto più interessante della parte visiva. Corpo centrale della storia è la preparazione alla competizione, la  stella di Saetta non brilla più come un tempo e i nuovi metodi di allenamento non si adattano a chi è cresciuto con altri sistemi; ovvio riferimento al discorso del cambio generazionale, l’adulto in difficoltà con le nuove tecnologie è come lo sportivo incapace di rinnovarsi, ed è a questo punto che il vecchio campione mostra la sua tempra, tornando a sporcarsi le mani o le gomme, scavando nel suo passato e nella sua ispirazione, ed ecco che tornano gli allenamenti sulla spiaggia, sullo sporco, coi vecchi metodi e coi vecchi mentori. C’è molto della sfida tra Rocky Balboa e Ivan Drago in questa situazione , dove l’allenamento hi-tech moderno del russo ricorda quello di  Jack e si contrappone a quello tradizionale e rudimentale di Saetta e dell’eroe di Stallone, che sono legati anche dalla presenza spirituale dei loro rispettivi idoli e scopritori Apollo Creed/Doc Hudson.

Colmare con la mente il deficit fisico nelle prestazioni, guardare al passato come ispirazione ai vertici nel presente, la capacità dei fuoriclasse di sapersi rinnovare, di utilizzare la psicologia dove non arriva più il fisico, l’esperienza come valore aggiuntivo, il film sembra voler parlare di più agli adulti invece che indottrinare i giovani, compito invece del classico corto d’apertura "Lou", che mette in guardia dai pericoli del bullismo in una metafora che enfatizza il valore della socialità.

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