In questo mese di luglio è arrivato in edicola il n. 50 di "Dragonero", la serie fantasy della Sergio Bonelli Editore. La serie, che ha ottenuto quest'anno il Premio Micheluzzi per il miglior fumetto seriale realistico, è in effetti una scommessa vinta per la Bonelli: un diffuso luogo comune voleva infatti impossibile creare un fantasy fumettistico di successo, e a lungo questo sottogenere del fantastico è rimasto "scoperto" tra le testate bonelliane (pur essendovi talvolta escursioni nel fantasy da parte dalle altre testate in singoli numeri). Il fumetto risale al 2007, quando Luca Enoch e Stefano Vietti l'hanno creato come "romanzo a fumetti" nell'apposita collana Bonelli; la serie giunge solo nel 2013, ed è la prima nuova serie per cui la Bonelli va a pensare un lancio sistematico di marketing sui social (cosa che forse ha contribuito alla scelta per il Micheluzzi di quest'anno, dato che si tratta di una edizione dedicata al web).
Questo numero 50, ad opera di Stefano Vietti, è dunque a colori come di tradizione (un tempo riservata solo ai "numeri 100", con cifra tonda, ma oggi estesa anche ai traguardi intermedi). I disegni sono di Francesco Rizzato, e i colori di Giada Marchisio e Paolo Francescutto.
L'albo introduce vari concetti centrali della serie, tra cui quello del Grande Vallo che difende il mondo civilizzato dalle orde dei cattivi di turno. Un grande archetipo del fantasy, che in parte può richiamare quello di Martin nelle "Cronache del ghiaccio e del fuoco" (1996), che deriva a sua volta dal modello iniziale, storico: il vallo di Adriano costruito dai romani in Britannia. "Dragonero" ha il merito di averlo ripreso già nel romanzo del 2007, prima che diventasse universalmente famoso per via del "Trono di Spade" (2011), serie che però anticipa l'uscita dalla serie. Altri elementi derivano dalla grande tradizione del fantasy, come la spada Saevasectha, "tagliatrice crudele" (in un latino di poco modificato) è la Stormbringer dell'Elric di Moorcock, il "fantasy nero" meno noto di quello tolkeniano.
Per il resto, come anticipato dal titolo, il fumetto narra di una vendetta ai danni del protagonista, raccontata in modo sufficientemente cupo. Le belle tavole a colori ci offrono un buono spaccato del mondo fantastico, con grandi quadruple ad effetto che mettono in evidenza monumenti, fortezze, grandiosi ambienti naturali. L'impostazione della tavola, benché ariosa, è tutto sommato abbastanza tradizionale, a parte alcune sequenze particolarmente dinamiche (specialmente i drammatici flashback dall'evento passato che origina la vendetta) e la doppia splash page che introduce lo scontro finale. Il colore giova molto all'efficacia drammatica del fantasy, e probabilmente in futuro sarà ancora più adottato dalla Bonelli anche su questa serie (le nuove testate avviate, Orfani, il nuovo Martin Mystere, Mercurio Loi sono tutte a colori). Per intanto, a colori c'è subito in edicola lo special estivo di Dragonero, "La principessa delle sabbie".
Come molti albi "speciali" della Bonelli, anche questo "La vendetta" costituisce un buono starting point per chi volesse iniziare la serie, o comunque un albo leggibile anche senza conoscere i precedenti, nonostante la continuity di Dragonero sia più serrata della media bonelliana.