Per quanto si tenda a scoprire le novità musicali, troppe volte si dimentica in fretta o non si conosce a sufficienza quanto fatto in passato. Sono trascorsi meno di 20 anni, eppure gli anni ‘90 sono stati un periodo fondamentale per la musica italiana: la base per molti degli ascolti odierni. Alcune realtà sono arrivate al grande pubblico, vedi Manuel Agnelli e Afterhours o Giovanni Lindo Ferretti che porta ancora in tour l’esperienza dei CCCP (prima) e dei CSI (poi); altri invece sono nomi meno conosciuti (se non dagli appassionati), ma ancora oggi presenti e capaci di produrre dischi interessanti che mettono in dubbio alcune produzioni che oggi consideriamo “alternative”. Tra le ultime uscite se ne suggeriscono due, quelle di Stefano “Edda” Rampoldi e di Paolo Benvegnù (prodotte dalla stessa etichetta, un caso?).
Il primo, ex leader dei Ritmo Tribale, una carriera abbandonata per ritrovare sè stesso e poi ricostruita dopo il viaggio alla fine del mondo, ha pubblicato come solista nel corso degli ultimi anni album considerati autentiche perle (Odio i Vivi, del 2012, su tutti). Nel nuovo disco il cantautore milanese sprigiona tutta la sua qualità di autore e di interprete dalle qualità vocali sopraffine. L’apertura del disco lasciata ai primi due brani è un’autentica mitragliata di emozioni: un pop forte, di grande impatto, che segue lungo tutto il disco; impossibile non farsi prendere dai giri sonori dei brani (Signora, primo video fatto circolare nel “tubo”) così come spiazza e sorprende ascoltare l’autore nel canto di un io femminile. Edda canta l’amore totale, quello incondizionato, mette insieme la musica degli anni ‘60 (Spaziale) e le sonorità dei giorni nostri, in un mix che non va interpretato, ma semplicemente goduto per ciò che è: musica di altissimo livello.
Di impatto meno forte rispetto al primo, vista la continuità con i due precedenti album (Hermann e Earth Hotel) è H3+ di Paolo Benvegnù, che pesca da una rodata struttura. Anche l’ex leader degli Scisma si distingue grazie alla ricerca testuale, continua e quasi ossessiva, che nel suo declinarsi percorre un filone “filosofico”: egli ricorre infatti ad una formula chimica (andate a leggervi la spiegazione scientifica del catione idrogenonio che ricorre nel titolo) per cantare il mondo dell’abbondanza e dell’instabilità. Benvegnù scrive un album laico per parlare di ciò che non riusciamo a spiegare, omaggia il più spaziale degli artisti pop (David Bowie) salutando il pianeta Terra (Goodbye Planet Earth), va alla ricerca di una modalità espressiva raffinata, mai ovvia e scontata, catturando l’ascoltatore ad ogni nota e ad ogni strofa.
Due
EDDA
L'etichetta Woodworm dà la possibilità di ascoltare sul "Tubo" l'album di Benvegnù
L'etichetta Woodworm dà la possibilità di ascoltare sul "Tubo" l'album di Benvegnù
Questo è invece il primo video estratto da Graziosa Utopia, nuovo disco di Edda
Questo è invece il primo video estratto da Graziosa Utopia, nuovo disco di Edda