In Alta Fedeltà (Nick Hornby) il protagonista sosteneva che una compilation comunichi tantissime cose, l'importante è mettere tutto al posto giusto e fare scelte con giusta ponderazione. Pensare e proporre una classifica oggi rappresenta quel mettersi davanti allo stereo e smanettare tra Rewind, Play, Pause, Stop e Fast-forward. Una classifica, per queste ragioni, non andrebbe mai guardata con ammirazione o (tanto peggio) apprezzata, quanto piuttosto ascoltata: rappresenta un punto di vista, uno sguardo personale sulla musica. Per quanto si vogliano ascoltare innumerevoli quantità di dischi (si rasentano le 200 copie), quello che si fa è sempre e solo raccontare sè stessi e cosa si vede attorno.
Quindi, cosa c'è di nuovo?
Le cose migliori arrivano dalla musica meno accessibile ai più, i barriti jazz di Colin Stetson, i Penguin Café, Basinski o il gradito ritorno dei romani Zu. L'elettronica e il folk che più cerca connessioni con i primi offrono spunti, ma spesso un po' troppo autoreferenziali. St Vincent traslata negli anni '80 sarebbe la nuova Madonna. Assodato poi che il rap sia un'interessante forma per veicolare contenuti (Carner, Ghali e Willy Peyote sono stati una piacevole scoperta), nella maniera spesso diventa una ricca messa in scena di stereotipi scadenti. E così si finisce col tornare alla musica che più si predilige, si torna al rock etereo degli Slowdive (un album emozionante il loro) e ai Mogwai (l'album cala nel finale, ma i primi brani rispolverano gli antichi fasti). Il cantautorato è morto? Sì, no, forse, non lo so dire con esattezza: ci sono artisti però che sanno fare delle belle cose (Colapesce e Iosonouncane hanno lavorato molto bene nell'ultimo album del primo), chi ha 40 anni ha deciso di fare il grande salto nel pop italiano (Brunori), chi ci si sta affacciando con capacità (Laszlo De Simone e Poi), chi a 50 anni non dimostra nulla, ma emoziona (Edda) e fa cultura (Clementi).
Adesso prendetevi il gusto, nelle classifiche proposte di ascoltarvi qualcosa oppure cercare le motivazioni alle singole classiche, leggerne, e poi, comunque, ascoltare.