Mondovì: vietati alcol in strada, accattonaggio, elemosina

Un giro di vite così brusco che c’è già chi lo chiama “nuovo proibizionismo”. Da oggi a Mondovì è vietato bere birra per strada e chiedere l’elemosina. Multe pesantissime anche per prostitute e clienti.

Un giro di vite così brusco che c’è già chi lo chiama “nuovo proibizionismo”. Da oggi a Mondovì è vietato bere birra per strada e chiedere l’elemosina. Multe pesantissime anche per prostitute e clienti.

Cinquecento euro di multa a chi viene beccato a consumare alcol su panchine o sui marciapiedi, ovviamente al di fuori delle manifestazioni pubbliche. Cinquecento euro di multa a chi accosta l'auto per far salire prostitute, o anche solo per contattarle. E non solo: multe anche per chi sta chiaramente "passeggiando" a lato carreggiata per esercitare attività di meretricio, per chi importuna passanti o semplicemente chiede elemosina. Multe a chi si intrattiene per le strade in tarda serata con schiamazzi o rumori di ogni tipo. È il nuovo regolamento di Polizia e decoro urbano cittadino.

Un netto giro di vite contro tutto quello che è il “disagio da strada”. La città di Mondovì svolta bruscamente verso il “proibizionismo”? Sia il sindaco, Stefano Viglione, che il comandante della Polizia locale, Domenica Chionetti, ci respingono la battuta: «Non si tratta di diventare proibizionisti – dicono –: i medesimi provvedimenti sono stati presi da altre città». Il nuovo Regolamento è stato approvato dal Consiglio comunale nella seduta di lunedì 3 agosto. Cosa cambia? Vengono aggiunte molte sanzioni.

Vietato l’alcol in strada, piazze o parchi
Primo: fatte salve le manifestazioni, serali o meno (Doi Pass, Mondovisioni etc), da oggi è vietato consumare alcol negli spazi pubblici. Che si tratti di birra o liquori, in bottiglia o lattina, il nuovo Regolamento proibisce tassativamente. Multe fino a 500 euro per chi viene sorpreso a bere, e ovviamente anche a gettare il “vuoto”. La replica di Paolo Magnino, in Consiglio comunale: «In pratica, ora si può multare anche chi fa un pic-nic. In coscienza, io non me la sento di approvare».

Vietato raccogliere elemosina
Secondo: istituito il “divieto di accattonaggio molesto” su tutto il territorio comunale, la richiesta di elemosine di qualunque tipo anche “esponendo cartelli o ostentando menomazioni fisiche o minori”. Il fenomeno a Mondovì non è così diffuso, in gran parte è concentrato vicino ai supermercati o nei giorni di mercato, ma da oggi diventa a tutti gli effetti un'attività multabile. Anche qua la sanzione va fino a 500 euro, e prevede addirittura il sequestro del denaro elemosinato. Durissimo il commento di Stefano Tarolli: «Ma ci rendiamo conto che stiamo vietando a un povero di chiedere l’elemosina? Questa è l’antitesi del pensiero liberale a cui questa Amministrazione più volte ha sbandierato di appartenere». Nessuna replica da parte del sindaco. Tarolli incalza: «Mi domando come faccia, chi si professa di principi cattolici, ad approvare questo regolamento». Replica di Ciro Gola: «Non si permetta di criticare la morale delle persone. E non stiamo multando tutti: esiste il buon senso, che la Polizia locale sa applicare». Il punto però è proprio questo: come si fa a “obbligare” un agente ad avere buon senso, quando la norma è dalla sua?

Multe a prostitute e ai clienti
Terzo punto, la trasformazione della vecchia ordinanza “anti-prostitute” in nuovo articolo del Regolamento. Multa fino a 500 euro innanzitutto per il “cliente”: “È vietato contattare, anhe con la veloce fermata del veicolo, soggetti che esercitano l'attività di meretricio, o che per atteggiamento, abbigliamento o comportamento manifestano l'intenzione di esercitare attività di prestazioni sessuali a pagamento. Consentire la saluta sul veicolo costituisce una palese conferma della violazione. È vietato anche contrattare prestazioni sulla pubblica via”. Multe confermate anche per chi sta sulla strada, sempre con la cifra fino a 500 euro.

Secondo Mario Bovetti, consigliere di minoranza, qua si raggiunge addirittura l’incostituzionalità: «Queste norme non possono essere permanenti, ma solo “urgenti e contingibili”. In pratica, si crea una disparità di trattamento fra i cittadini, che nel Comune accanto possono fare alcune cose e qua no».

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