Gli abitanti di Clavesana, insieme a numerose autorità, si sono ritrovati venerdì per l’inaugurazione della torre civica di Capoluogo, fresca di restauro. Il sindaco, Luigi Gallo, ha salutato e ringraziato i presenti prima del taglio del nastro, mentre don Ernestino Dompè ha impartito la benedizione, offrendo anche alcuni cenni storici sull’edificio.
La torre di Clavesana Capoluogo è ciò che resta del campanile dell’antica chiesa di San Bernardo che lì sorgeva, prima del 1500. Gallo ha poi ripreso la parola sottolineando come la sua Amministrazione, così come i suoi predecessori, hanno voluto fortemente ridare nuova vita ad uno dei simboli del paese. In particolare ha ricordato il compianto assessore Romano Gallizio, che era stato uno dei primi a credere nel progetto per rimettere in sesto il prezioso monumento clavesanese. Allo sforzo del Comune si sono aggiunte le generose sovvenzioni del GAL Mongioie, della Fondazione Crc e della Banca Alpi Marittime. Il microfono è poi passato nelle mani di coloro che hanno seguito da vicino il progetto ed i lavori: l’arch. Paolo Ornato e l’ing. Mauro Abbona. Entrambi hanno spiegato quali siano stati gli interventi svolti, non solo dal punto di vista estetico, ma anche dal punto di vista di sicurezza sismica e idrogeologica. All’interno della Torre civica si potrà visitare un piccolo "Museo della coltivazione della vite", costituito da qualche attrezzo e da cartelli esplicativi, che servirà ai turisti per capire come funziona il delicato lavoro dei viticoltori.
La scala interna porta, in oltre, all’ultimo piano, dove si trova una sorta di belvedere da cui ammirare uno splendido paesaggio.
La torre di Clavesana rinasce a nuova vita
È stata ristrutturata. Al suo interno il "Museo della vita".