Ampie e dolci colline di vigneti, calanchi rocciosi a picco sul Tanaro e borghi medievali arroccati in posizioni mozzafiato; sono queste le immagini che più restano impresse gustando il film “Nel nome del Dogliani”, prodotto dalla “Bottega del vino Dogliani Docg”, realizzato dal regista Massimo Zanichelli e presentato durante l’inaugurazione della Bottega del vino Dogliani Docg, venerdì scorso. Mentre scorrono le immagini di luoghi affascinanti, sulla pellicola si susseguono gli attori principali, non professionisti: le “star” sono infatti i produttori di vino, che con le loro famiglie lavorano tra le vigne da secoli, custodi di antiche tradizioni ed antichi sapori, con lo sguardo però adesso inevitabilmente rivolto anche al futuro. Sulle note del pianoforte di Ludovico Einaudi, le cui radici sono indissolubilmente legate a Dogliani da sempre, lo spettatore si immerge in un mondo assolutamente da conoscere e da scoprire, trasportato sulle ali di un drone che sorvola ordinate colture alle quali si alternano verdi boschi e manciate di antichi cascinali. I produttori del Dogliani raccontano le loro storie, le loro esperienze, e assumono il ruolo cruciale di custodi di un territorio prezioso per tutti. La stessa Anna Maria Abbona, presidente della “Bottega del Dogliani” e titolare di una delle aziende vinicole più apprezzate della zona commenta: «Non ho sentito il richiamo della terra fino a quando mio padre non mi disse che voleva vendere i vigneti. Allora mi è parso tutto più chiaro. Era impossibile vendere le vigne perché erano state faticosamente impiantate dai miei antenati e coltivate da mio nonno e da mio papà. Mi sono quindi ribellata a questa idea e ho cominciato a fare vino».
Tradizione e innovazione: le storie dei produttori di Langa diventano un film
Paesaggi mozzafiato e borgate antiche tra i vigneti, sulle note del pianoforte di Ludovico Einaudi