È uno degli eventi più amati dai monregalesi: più che una manifestazione, un rito. Il Carlevè di Mondovì è una tradizione vera, qualcosa che tocca la città da dentro. Dalla singola famiglia alla grande istituzione. La Famija Monregaleisa ha annunciato le date delle due sfilate del 2018: si terranno domenica 4 e domenica 11 febbraio.
Resta però il problema dei costi. Per il momento, ancora non si è trovato dove reperire i fondi che servono a coprire i costi necessari a soddisfare le nuove misure imposte dalla Polizia. Lo scenario peggiore che si potrebbe verificare è quello di un carnevale in formato ridotto: con sì le sfilate, ma meno contorno.
«Le sfilate si fanno»
«Partiamo dalle sfilate – afferma Enrico Natta, “patron” del Carlevè – perché le incertezze di questi mesi sono state legate proprio allo studio delle normative sulla sicurezza. Abbiamo deciso di andare avanti certi che il Monregalese saprà accogliere questa sfida». Il riferimento è ai maggiori costi che il Carlevè – come tutte le manifestazioni pubbliche – quest’anno dovrà coprire a causa delle nuove norme per security e anti-terrorismo. Norme imposte da una Circolare emanata dal capo della Polizia all’indomani dei tragici fatti di piazza San Carlo a Torino (in cui è morta una donna). Sono norme piuttosto rigide e costose: accessi monitorati, piani di emergenza e di evacuazione, servizi di vigilanza, barriere anti-terrorismo eccetera. Il costo per adeguarsi è notevole. Il problema è che, nell’incertezza più totale, alcuni dei rappresentanti di storici carri partecipanti stavano cominciando a domandarsi cosa sarebbe successo quest’anno. «È proprio per avviare la pianificazione delle sfilate – prosegue Natta – che abbiamo invitato i rappresentanti di carri e gruppi allegorici alla prima riunione organizzativa che avrà luogo martedì 7 novembre».
I soldi che mancano
Ma di quanti soldi si parla? Non si sa, o comunque non si dice. Voci basate più sugli esempi dei costi sostenuti per manifestazioni limitrofe (Fiera del Santuario, l’Illuminata a Cuneo, eccetera) che si aggirano sui 30 mila euro – ma sono, appunto, voci e non calcoli veri. «Però saranno di certo spese ingenti – afferma Natta –. Questi costi non condizioneranno lo svolgimento delle sfilate ma genereranno un'importante voce di spesa nel nostro bilancio». Con un po’ di realismo, i sottintesi delle affermazioni di Natta fanno riflettere: se è vero che le sfilate si fanno, nulla è per ora annunciato o garantito su tutto il resto degli eventi. Il rischio più probabile, se la cifra non verrà raggiunta, è che il Carlevè si faccia ma “con la cinghia tirata”: sfilate accorciate, meno eventi collaterali, premi ridotti per i vincitori.