Un dubbio più grande della voragine aperta sulla collina. A due mesi e mezzo dalla frana che il 29 dicembre ha portato via un pezzo dell'Alberghiero, non c'è ancora nessuna certezza sul futuro della scuola. Il Collegio docenti, dopo una serie di consultazioni coi genitori, lancia il suo appello indirizzato al Comune, alla Provincia, alle organizzazioni sindacali, all'Ufficio scolastico e alla Procura.
«Rabbia e rassegnazione»
Quella del “Giolitti" è una situazione che sta diventando “kafkiana”. Da due mesi e mezzo centinaia e centinaia di studenti, oltre a insegnanti e personale non-docente, sono costretti a vivere alla giornata: orari di lezione decisi poco più che da un giorno all’altro, professori e segretari spostati da una parte all’altra della città come palline da flipper su tre sedi diverse (le ex Scuole Elementari di piazza D'Armi, i locali del "Bellisario" nei pressi del Palamanera e le aule rimaste vuote al "Baruffi"). «Un grave disagio nello sviluppo della normale attività didattica e di segreteria – afferma il Collegio docenti –. Abbiamo atteso pazientemente una soluzione al problema che ha colpito la scuola. Sta subentrando un senso di rabbia misto a rassegnazione. Sono state inviate lettere e fatti appelli alle istituzioni, ma al momento non abbiamo ricevuto alcuna risposta».
Oltre 160 firme chiedono un incontro
Tutto questo è finito in un documento, sottoscritto con oltre 60 firme di insegnanti e consegnato a Comune, Provincia, Ufficio scolastico, Procura e sindacati. Nell’appello si chiede anche un incontro: «Lanciamo un nuovo appello alle istituzioni perché si individui al più presto una soluzione per uscire dallo stato di emergenza e soprattutto per conoscere tempi e modalità degli interventi che si intendono porre in essere per il prossimo anno scolastico 2018/19. Auspichiamo dunque che le istituzioni preposte intendano promuovere nei tempi più brevi possibili un incontro nel quale dare una risposta alle esigenze manifestate».
«Tutto bloccato per via dell’indagine»
La frana ha danneggiato soltanto una parte della sede, quella più moderna, facendo crollare una palazzina utilizzata solo come ripostiglio. Ma l'ordinanza del Comune ha chiuso tutta la struttura: sia la parte nuova, su cui si dovranno fare le verifiche, sia quella vecchia. E per giunta è arrivata l’indagine della magistratura, a bloccare tutta la situazione. «Capisco benissimo la posizione dell'Istituto – commenta Milva Rinaudo, Consigliere provinciale con delega alle Scuole –. Purtroppo tutto dipende dagli esiti dell'indagine della procura, tutt'ora in corso. Come abbiamo sempre detto, per la Provincia il tema dell'Alberghiero è prioritario: ma fino a quando non si concluderanno le indagini, non potremo procedere in alcun modo».