Continua a fare discutere l’ordinanza firmata dal sindaco di Carcare, Franco Bologna, che prevede la certificazione sanitaria per i profughi che soggiornano nelle strutture presenti all’interno del Comune e con essa la gestione complessiva dei migrantes in provincia di Savona e in particolare in Valle Bormida, dove si registra il più alto tasso di presenze.
La scorsa settimana, in Prefettura, si è svolto un incontro con i sindaci nel quale si è discusso dell’emergenza e durante il quale il prefetto si è impegnato a provvedere ad una distribuzione più equa dei profughi anche in quei Comuni che fino ad oggi non sono stati toccati dagli arrivi. Lungimirante a tal proposito il commento del sindaco di Bardineto, Franca Mattiauda: «Qualche dato: abitanti in provincia di Savona circa 282.000, migranti inviati in provincia di Savona circa 900 (arrotondiamo a 1.000 anzi esageriamo 1.500), proporzione 1.500 : 282.000 = x : 100 ; x = 0,53%. Ogni Comune, nello spirito di collaborazione, deve dare il proprio contributo di ospitalità. Bardineto: abitanti 750, quota 0,53% = 3,975 arrotondiamo a 4, anzi 5, anzi 8. Fino a tali numeri è solidarietà e collaborazione responsabile, oltre è business per alcuni. Non si può imporre ai privati di non affittare alle cooperative che sono imprese. Il prefetto ha detto che nei prossimi bandi sarà vietato l’invio di profughi nei Comuni che già ne ospitano. Nell’attesa mi chiedo come posso oggi bloccare nuovi arrivi nel mio Comune? E non perché sono “razzista” (anzi), ma perché il rapporto tra abitanti e migranti deve avere la giusta proporzione, per noi, per il loro presente e il loro futuro. La crisi economica e il malcontento alimentano l’esasperazione e la non tolleranza, gli Enti preposti devono essere in grado di capirlo e organizzare con responsabilità le collocazioni. Ripeto, non è per lavarsene le mani, è per evitare problemi di difficile gestione; se non si capisce questo, aiutiamo il populismo e quello che ne consegue».
ARTICOLO COMPLETO su L'Unione Monregalese del 6 luglio 2016