La salma del re Vittorio Emanuele III portata a Vicoforte

Riposa nella cappella di San Bernardo accanto alla moglie, Elena di Savoia. Il rettore del Santuario, don Meo Bessone: «Qui tutti devono togliersi i calzari del passato»

Vittorio Emanuele III è tornato in Italia. Le spoglie del penultimo re, morto in Egitto dopo la sua fuga, riposano in Piemonte. A Vicoforte: «In questo luogo santo - ha detto il vicario generale don Meo Bessone - dove tutti sono chiamati a deporre i vecchi calzari per indossare qualcosa di nuovo». Una data storica per l'Italia. Vicoforte ha raggiunto la ribalta nazionale.

VENERDÌ LA NOTIZIA: VITTORIO EMANUELE III E DELLA REGINA ELENA RIPOSERANNO A VICOFORTE

Una giornata diversa da qualunque altra mai vista. La salma è arrivata a Levaldigi con un volo militare in tarda mattinata. È entrata in basilica verso l'una di pomeriggio. Ad accoglierla anche le autorità civili: il sindaco Roattino e il vice prefetto Bambagiotti. Assieme a loro il prof Aldo Moro, storico esperto di Casa Savoia e il conte Federico Radicati di Primeglio, delegato da Casa Savoia con una procura ufficiale firmata dai nipoti di Vittorio Emanuele III, la principessa Maria Gabriella e l'attuale. Vittorio Emanuele.  «Non è stata una questione di segretezza - ha detto - ma di riservatezza».

Alle porte del Santuario, tutti giornali e le tv nazionali ma anche una piccola folla di curiosi e appassionati di storia. «La speranza è che questo ritorno possa portare a una riappacificazione storica in Italia». «Vicoforte è una sede degnissima di ospitare i reali», ha detto il prof. Mola

Nella "cappella del duca"

La salma della regina Elena di Montenegro è avvenuta venerdì pomeriggio. Un trasporto in gran segreto dal cimitero di Montpellier, Francia, dove era morta e dove si trovava dal 1952. L’iniziativa di un rientro delle spoglie della stessa regina Elena e del re Vittorio Emanuele III (sepolto ad Alessandria d’Egitto), presa dai familiari di casa Savoia, risale come prima istanza al 2011, reiterata nel 2013, con la dichiarata disponibilità del vescovo mons. Luciano Pacomio a che l’evento potesse compiersi. Come affermato in un comunicato all’Agence France Presse (AFP), la nipote principessa Maria Gabriella ha “espresso profonda gratitudine al Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, che ha permesso il trasferimento della salma in Italia”. E la stessa principessa ha aggiunto: «Confido che il ritorno in patria della salma di Elena di Savoia, la Regina amata dagli italiani, concorra alla composizione della memoria nazionale nel 70° della morte di Vittorio Emanuele III (28 dicembre 1947) e nel centenario della grande guerra».

Dal Santuario dichiarano: «La collocazione delle spoglie della regina nel loculo predisposto nei mesi scorsi – con tutte le autorizzazioni del caso (comprese quelle del Comune) – nella cappella di S. Bernardo è avvenuta in un contesto di riserbo e sobrietà, con la preghiera (a cura del rettore don Meo Bessone) prevista dal Rito delle esequie, per la deposizione nel sepolcro. Nella stessa cappella, accanto al loculo che ospita la regina Elena, è stato anche ricavato quello che accoglierà la salma di re Vittorio Emanuele III. Per ora non si conosce la data di arrivo delle spoglie del sovrano, che fu capo dello Stato dal 1900 al 1946. La cappella di S. Bernardo per adesso resta chiusa, in attesa che si realizzi appunto la traslazione del re. Quindi si predisporrà quanto opportuno per la visita di chi vorrà sostare in ricordo o in preghiera».

Perché ora e perché a Vicoforte?

Il Santuario di Vicoforte fu voluto dai Savoia alla fine del 1500. Carlo Emanuele I lo fece costruire come mausoleo di famiglia - prima di Superga - , e lui era finora l'unico Savoia sepolto in basilica. Vicoforte torna quindi "mausoleo reale". Una cosa che potrebbe anche portare un afflusso turistico ulteriore fra gli amanti della storia. La domanda è: perché le due salme di Vittorio Emanuele III e della regina Elena finiscono a Vicoforte? La risposta più probabile è che Vicoforte sia una sede "comoda". La nipote Maria Gabriella e il duca d'Aosta Amedeo lavorano da anni per il rientro della salma di Vittorio Emanuele III dall'Egitto. L'occasione dei 70 anni dalla sua morte (che cadono il 28 dicembre 2017) è una data simbolica, non certo casuale. L'attuale situazione internazionale forse ha fatto da leva: era necessario muoversi con urgenza e discrezione. E Vicoforte è una sede lontana dai grandi riflettori: così è stato possibile fare tutto (o quasi) senza risvegliare grandi attenzioni (o quasi). Almeno fino a ieri. Perché adesso invece le voci si sono sollevate.

Vittorio Emanuele di Savoia contrariato: «Il loro posto è nel Pantheon di Roma»

Nella serata di venerdì, 15 dicembre, Vittorio Emanuele di Savoia, figlio dell’ultimo re d’Italia e nipote di Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro ha rilasciato questa nota: «Ho appreso, insieme ai membri della mia Casa, con stupore, delle dichiarazioni di mia sorella, la principessa Maria Gabriella, inerenti la translazione al Santuario di Vicoforte, a nostro insaputa, della Salma di mia nonna, la regina Elena. Pur esprimendo al presidente Sergio Mattarella per la sensibilità dimostrato nei confronti del tema, non possono però non rammaricarmi che tutto ciò sia avvenuto in gran segreto, senza concedere alla regina d'Italia, sovrana della Carità Benefica, gli onori dovuti e soprattutto la translazione al Pantheon di Roma, come abbiamo sempre richiesto e prima di me mio padre, il re Umberto II. Ritengo che riportare la salma della regina in totale anonimato ed in segretezza sia un insulto alla sua memoria ed a tutto ciò che ella rappresenta, dall'angelo del terremoto di Messina alla infaticabile crocerossina della grande guerra. Sognavamo per questo giorno di festa un epilogo ben diverso: giustizia sarà fatta quando tutti i sovrani sepolti in esilio riposeranno nel Pantheon di Roma».

Il Quirinale: «Al Pantheon, mai»

Ma a parte le diatribe interne a Casa Savoia (i rapporti tra Vittorio Emanuele e la sorella Maria Gabriella non sono idilliaci, appunto), ora si è sollevata sul caso l'attenzione nazionale. Tanto che qualcuno sussurra che il clamore potrebbe perfino arrivare a impedire di completare l'operazione. Dal Quirinale, il presidente Mattarella specifica che la traslazione delle salme è stata concessa per la "richiesta umanitaria" della nipote Maria Gabriella. Nessuna questione di onori, nessun riconoscimento, solo un fatto umano. Secondo Repubblica di oggi (domenica 17 dicembre), il Quirinale avrebbe "reagito con sorpresa e fastidio" alla richiesta sul Pantheon .

Il sindaco Roattino: «Non posso che essere orgoglioso»

Orgoglioso, il sindaco di Vicoforte, Valter Roattino, che ovviamente non entra nel merito dello scontro interno di casa Savoia. "Sapevo che le spoglie della regina avrebbero dovuto arrivare in questi giorni - dichiara il sindaco -. Si tratta di un pezzo di storia d'Italia e credo che si tratti di un fatto storico per tutti gli italiani e per i vicesi in particolare. Come sindaco di Vicoforte non posso che esserne orgoglioso"

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