Dialoghi Eula: l’attualità in scena a Villanova. Il resoconto del convegno

Ospite clou, l'ex premier Enrico Letta. Le foto e le sintesi degli interventi.

VILLANOVA. Antica chiesa di Santa Caterina, sabato 1 aprile.

La grande politica e l'attualità in scena a Villanova

IL PROGRAMMA

ore 9
Il ricambio generazionale nelle istituzioni: l'Italia è un Paese per vecchi?
Lorenzo Benussi, capo ufficio innovazione Fondazione per la Scuola San Paolo
Chiara Ercole, amministratore delegato Fratelli Saclà
Alessandro Fusacchia, già capo di gabinetto Ministero dell'Istruzione, fondatore ass. Rena
Modera: Federico Ferrero (l'Unità)

ore 10,30
Contro venti e maree. Idee sull'Europa e sull'Italia
Enrico Costa, ministro per gli Affari regionali (saluto)
Enrico Letta, ex presidente del Consiglio
Modera: Luca Ubaldeschi (La Stampa)

INTERVENTO N.1

L'Italia è un paese per vecchi?
Comincia il convegno su attualità e politica a VIllanova. Tra il pubblico, gli studenti di quattro classi dei Licei di Mondovì.

Federico Ferrero, giornalista dell'Unità: «Se la domanda è se l'Italia è un paese per vecchi, a giudicare dalla platea di oggi direi di no».

Alessandro Fusacchia, (ex capo di gabinetto Ministero dell'Istruzione): «L'Italia è un paese per chi decide di starci. Quando hai 16-17 anni è complicato capire cosa fare da grande. Ma ai ragazzi dico: fate esperienze. E non fossilizzatevi su un lavoro che fra 15 anni, quando sarete grandi, non esisterà più. Non ci dobbiamo preoccupare di cosa riusciremo a fare tra 35 anni. Sviluppate un meccanismo mentale: quello di decidere. Pur sapendo che 10 volte su 11 si può sbagliare».

Lorenzo Benussi (capo ufficio innovazione Fondazione per la Scuole (San Paolo): «Ai giovani dico: spegnete la tv e apritevi al mondo, siate globali. oggi i confini non contano quasi nulla. Siate multidisciplinari, lavorate in team».

Chiara Ercole, ad di Saclà: «Essere mamma, donna e manager è difficile, soprattutto nei posti ancora più spiccatamente maschili. Perché è più difficile ottenere il  consenso. Ragazze, a voi il compito di portare avanti questa battaglia contro al disuguaglianza». 

INTERVENTO N.2
Contro venti e maree. Idee sull'Europa e sull'Italia

Seconda tappa della mattina: l'ospite è Enrico Letta.

Enrico Letta: «Dobbiamo considerare una cosa:l'Europa è non è immortale. Può morire. E in questo senso, le prossime elezioni presidenziali in Francia saranno determinanti. Una vittoria dei nazionalisti può uccidere l'Europa. Io mi auguro che in queste ultime settimane di campagna elettorale emerga Macron: se la Le Pen andasse al ballottaggio con Fillon, gli scandali che lotoccano sarebbero un peccato mortale».

«Trump? Mi ricordo quando andai negli USA mi dissero: "non veniteci a dare lezioni di democrazia: il vostro modello di democrazia in Italia non funziona, è un sistema che può diventare dinastico". La sua vittoria è stata un disastro, certo: però nel 2015 erano tutti convinti che i repubblicani avrebbero presentato Bush-terzo».

«Se volete far politica, prima fate un altro mestiere: è l'unico modo per farlo liberamente. Se no, poi sei dipendente dalla politica e si rischia che fai il peggior servizio possibile».

Il plauso a papa Francesco: «La sua presenza a Milano ha eclissato il momento storico della firma europea. La forza sta nei suoi gesti: vicino alla gente, in carcere, sempre a guardare la parte ferita».

«La forza dell'occidente una volta era questa: nessuno poteva superarci. Perché noi eravamo sempre qualche gradino avanti, un gradino che gli altri dovevano fare comunque. Oggi invece la tecnologia invece ti permette di fare 4 passo alla volta.no dei paesi più avanzati al mondo sul pagamento della fattura elettronica e il Kenya. Una categoria che fino ad oggi è stato poco importante, ma che lo sta diventando è la demografia: questo parametro fa paura e fa scegliere, ad esempio, il maschio bianco in America.  E lo stesso pensiero che alimenta i populismi. Il nazionalismo propone una soluzione, soluzione che si ricava dal passato, con la bandiera, i confini, la nazione».
«Una delle cose che critico dell'Europa è il concetto che l'Europa debba essere un sovra-stato che sostituisca gli altri Stati. Non deve essere così, la nostra identità si forma anche nelle radici locali».

Ai ragazzi: «Viaggiate senza confini. L'Erasmus è  un'esperienza straordinaria, ma è per un'elite. L'Europa piace a quella frangia della popolazione che è cosmopolita e che ha tutto l'interesse a non fare barriere. Tuttavia, se l'Europa è percepita come positiva solo dai cosmopoliti, allora è vista negativamente dagli altri».

Sulla politica e sul PD: «Voterò alle primarie di aprile, ma non mi candido. Sono fuori. Ma ho deciso di votare per dare fiducia al PD. Oggi penso che lo scenario dei partiti sia molto diverso da quando ho cominciato io. Nella Prima repubblica c'erano i partiti, fermi, inamovibili. Nella Seconda repubblica erano comunque solidi. Oggi invece è cambiato tutto: non solo qui, ma in Europa come negli USA. Prendiamo Trump: una volta il presidente era l'espressione del suo partito, e il partito lo appoggiava e sosteneva. Trump è andato oltre, ha una classe dirigente composta completamente da esterni rispetto al partito. In Francia, se si andrà al ballottaggio LePen-Macron sarà la prima volta che i due partiti maggiori saranno fuori dal ballottaggio, alla sfida finale ci andrà uno degli outsider. Accade anche in Italia, con Grillo: fonda un partito dal nulla e arriva al 20%. I partiti devono recuperare correttezza e trasparenza al proprio interno: ripristinare questo atteggiamento, oggi, è più importante rispetto alle scelte politiche».

«Non avrei mai immaginato di dover resettare completamente la mia vita politica. Eppure è stata la più straordinaria opportunità che mi è mai capitata. Il concetto di discontinuità oggi è parte integrante della nostra  vita: cogliere tutto ciò che può venire di positivo da una rottura è fondamentale. A me ha dato una capacità di vivere e imparare tantissimo».

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