Donatella, Daniela, Paolo, Giuliano, Stefano. Sono i cinque che vogliono fare il sindaco. Nell’era dei social network, li avrete visti molto più spesso di quanto sia capitato in ogni altra campagna elettorale. Domenica 11 giugno si sfideranno nell’arena democratica del primo turno di elezioni. Molto probabilmente, non finirà qui: è quasi scontato che ci sarà un ballottaggio, un faccia a faccia finale. Ma in ogni caso, Mondovì ora deve scegliere il sindaco che verrà… in uno scenario nuovo. Diverso da quello di 5 anni fa, diverso da tutto quello che si è visto fino a oggi. Sui due fronti, quelli storicamente contrapposti, si sono verificate due fratture che hanno cambiato il panorama. È nata una nuova coalizione, che include pezzi di tre parti differenti, mentre a destra e a sinistra ci si è compattati su schieramenti molto più snelli di quelli del 2012. I 5 Stelle sono al secondo giro, e anche questa è una novità. E infine c’è una lista tutta a sinistra che corre da sola, cosa che non si vedeva dalle elezioni 2002. Facciamo un po’ di riepilogo sui candidati e sugli schieramenti, così da ripercorrere un po’ la storia di questa – lunghissima – campagna elettorale.
Donatella Garello - Centrodestra
La candidata di Centrodestra è la prima sulla scheda ma è stata l’ultima a ufficializzare la propria candidatura. Alla professoressa Garello non piace la definizione di “erede di Viglione”: ma è un dato di fatto che la dirigente dell’Alberghiero (e reggente dei Licei) è la candidata della diretta continuità. È appoggiata da gran parte dell’Amministrazione uscente, tre liste su cinque vengono da quella maggioranza. Ha il sostegno di due partiti, Lega Nord e Forza Italia. È stata consigliere comunale solo per un periodo durante il primo mandato di Viglione.
Daniela Oggerino - Sinistra
Seconda donna candidata sindaco, la Oggerino è entrata in Consiglio comunale solo da un paio di mesi. La sua unica lista non ha simboli politici, ma è una lista tutta orientata a sinistra. Anche se il suo nome è stato ufficializzato solamente molto più avanti, la presenza alle elezioni della sua area è stata palesata all’indomani della visita di Renzi a Mondovì per l’inaugurazione del polo scolastico di Piazza. In quella occasione la Oggerino ha contestato (rivolgendosi direttamente all’allora premier) la cementificazione del territorio.
Paolo Adriano – Coalizione trasversale
La sua candidatura è uno dei “casi” politici di questa tornata. Non tanto per il suo nome (avvocato, ex presidente Cri, mai stato in politica prima di oggi), quanto per la coalizione che lo appoggia. Per la prima volta, a Mondovì, i fronti che fino a ieri erano opposti (il Centrodestra allineato con Costa, il direttivo di MoMo ex alleato del PD e il gruppo di Mario Bovetti) si sono uniti. Il risultato è una compagine di 8 liste, senza simboli di partito e di cui fanno parte consiglieri uscenti sia della maggioranza che della minoranza.
Giuliano Bessone – 5 Stelle
Il candidato 5 Stelle è stato il primo a ufficializzare la sua candidatura, con una lista che in parte ricalca quella del 2012 (in cui era candidato consigliere a sostegno di Costamagna). Bessone, geometra, in questi mesi ha assunto il ruolo di portavoce del Movimento a tutti gli effetti. Tuttavia, a differenza di cinque anni fa, le frecciate con gli altri schieramenti si sono limitate alle dichiarazioni (almeno per ora): nel 2012 si accese una vera e propria guerra col PD per una questione legata ai finanziamenti elettorali.
Stefano Tarolli – Centrosinistra
All’indomani della frattura con MoMo, tutti hanno dato per scontato che il PD avrebbe scelto Tarolli come candidato sindaco. Eppure il “parto” non è stato breve, anche perché il suo partito si è trovato stretto nella morsa fra le posizioni monregalesi e le alleanze nazionali (ma anche cuneesi). Qua era impensabile una convergenza fra il Centrosinistra e Costa, e dunque il PD ha fatto la sua scelta. Tarolli, avvocato con la passione del nuoto, è il candidato sindaco più giovane fra i cinque. Da due anni siede in Consiglio comunale, in minoranza.
E così arriviamo all’11 giugno. Tutti gli “addetti ai lavori”, quelli che parlano di politica dal mattino alla sera, concordano nel dire che Mondovì ha vissuto una campagna elettorale molto più lunga e anomala del passato. E questo era quasi scontato, se si tiene conto di come sono sempre andate le cose a Mondovì. In questa città i gruppi locali hanno sempre avuto un peso maggiore degli equilibri nazionali. Ora però è il momento di tirare le reti in barca e contare. L’ultima incognita sarà l’affluenza: cinque anni fa votarono meno di 13 mila monregalesi. Comunque vada nel 2017, saranno loro a decidere.
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