Il viaggio parte dalla natura: il disco si apre con alcuni suoni naturali da cui iniziano a spuntare le note, tra cui un re, ostinato, al pianoforte: e il perno principale su cui intrecciano gli altri suoni strumentali. Dopo qualche secondo di danza ritmica ecco irrompere l’elemento melodico in alcune cascatelle di note, di organo e metallofono a cui presto s’aggiunge la chitarra. È l’inizio di Eartshape, un viaggio musicale (e strumentale) che Carlo Peluso, giovane polistrumentista e compositore torinese, propone al suo esordio da solista, dopo diverse esperienze musicali in band. Il suo è un omaggio al grande progressive, che costituisce il principale background. Earthshape è un Ep di tre tracce di durata medio-lunga (sui sei minuti ciascuna); un “trip” d’altri tempi, che tuttavia suona fresco e davvero moderno. C’è tanta qualità e tanta fantasia, oltre a un sapiente uso delle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, come i virtual instruments; tutto registrato dall’autore (batteria e tastiere) da Giovanni Peluso (chitarre) e Marco Fabricci (basso). Colpiscono all’ascolto la cura e l’estro con cui Peluso sceglie e combina i suoni per creare impasti davvero sorprendenti. Le composizioni si imperniano spesso su un “ostinato” a cui poi si appoggia e articola la composizione, alternando temi e idee musicali in una struttura complessa. Il risultato è un vero e proprio caleidoscopio musicale di grande potenza evocativa, ricco di spunti musicali e dalle armonie raffinate.
Carlo Peluso “Earthshape” 2015, Autoprodotto.
La natura evocativa del piano di Carlo Peluso
Torino sommersa