Alessandro e Giorgio domani saranno lì a scrivere una pagina della storia del rock. Perché questo sarà Rockin’ 1000 2016 a Cesena: un evento di cui si parlerà a lungo. Un concerto vero, due ore di musica, suonata da mille rockers da tutta Italia. Le prove sono cominciate giovedì, e sono durate la bellezza di 10 ore. E fra i mille che tenteranno l’impresa ci sono due musicisti nostrani: Alessandro Casti, cantante di Lesegno, e Giorgio Giubergia, batterista di Mondovì.
Alessandro durante le prove dei cantanti (è in seconda fila a sinistra)
Giorgio durante le prove delle batterie, con la maglietta "Mondovì" realizzata da L'Unione Monregalese
Il “Rockin 1000” del 2016 è il seguito dell’esperimento che il folle Fabio Zaffagnini ha messo in piedi lo scorso anno, radunando mille rockers nella sua Cesena per suonare un solo brano dei Foo Fighters. Il video dei mille che eseguivano all’unisono “Learn to Fly”, una delle hit della band statunitense capitanata di Dave Grohl, ha fatto il giro del mondo. Ma soprattutto ha colpito la famosissima band, che ha risposto alla “chiamata” dei fans italiani e ha accettato di suonare proprio a Cesena (è successo a novembre). Quest’anno “Rockin 1000” è diventato un concerto da due ore con 250 cantanti, 250 chitarristi, 250 bassisti e 250 batteristi.
Dettagli e scaletta del live sono assolutamente top secret. Ma Mondovì può vantare ben due dei suoi talenti musicali, al centro dell’arena.
La loro testimonianza
«Per arrivare fin qua abbiamo superato una selezione cominciata mesi fa – ci raccontano –. Funzionava così: prima si inviava un’iscrizione via internet, poi un provino in video. Quando si veniva selezionati, l’organizzazione comunicava scaletta e partiture delle canzoni per ogni strumento». L’atmosfera a Cesena in questi giorni è fantastica: un clima da “rock nell’anima” che mixa l’attesa di un grande concerto a quel legame che è spiegabile solo a chi conosce l’attitudine del musicista sul palco. «Le prove sono andate avanti per ore… ma è fantastico – continuano –. Si prova separatamente: le voci in teatro, le batterie allo stadio, eccetera. Ogni sezione strumentale è seguita da un coach che prepara i musicisti: zero improvvisazione, si deve seguire fedelmente lo spartito. Con le voci si sta lavorando anche sulle armonizzazioni e sui cori. Ogni musicista è dotato di cuffie per sentire il brano, perché non ci si può basare su quello che si sentirebbe “live”: l’ambiente è enorme, le distanze e i ritorni del suono lo renderebbero impossibile. C’è tantissimo entusiasmo e collaborazione fra i musicisti. Quando abbiamo sentito i primi brani prendere forma durante le prove e riuscire bene, l’emozione è stata enorme».