Le Baladin compie 30 anni: cinque giorni di festa

E sono trenta. Trent’anni di birra “Baladin”. Ma il 2016 non è un semplice anniversario, ma anche l’anno dell’avvio di un grande progetto.

E sono trenta. Trent’anni di birra “Baladin”. Ma il 2016 non è un semplice anniversario, ma anche l’anno dell’avvio di un grande progetto, quello del ritorno della produzione a Piozzo. Non è un caso. Una storia radicata nella piccola cittadina da cui tutto partì e che ora, con orgoglio, può identificarsi come il paese della birra. E, al centro di tutto, c’è lui, Teo Musso, mastro birraio visionario e sui generis, ma anche grande imprenditore, in questi 30 anni ha dato vita e corpo ad un colosso della birra artigianale. “Baladin” è marchio conosciuto in tutto il mondo, capofila dello squadrone di birrifici artigianali italiani che, proprio sul solco dell’esperienza di Teo, sono sorti come funghi in questi anni, dando vita ad una generazione di mastri birrai ormai riconosciuti ed apprezzati.

LA FESTA: FOTOGALLERY

Tutto nasce a Piozzo. Febbraio 1986, apre la birreria “Le Baladin”. Il nome fu suggerito da François Rauline, l’ideatore del “Circ du Bidon”, autentico pezzo di storia per la vita del birrificio. Dopo aver incontrato Teo, con cui strinse un profondo legame di amicizia, e averlo aiutato nella ristrutturazione del pub di Piozzo, gli disse: “Io lo chiamerei Le Baladin, il cantastorie”. Teo fu subito entusiasta e decise di adottare questo nome. Da allora è un susseguirsi di avventure e successi. La birreria prende piede, con le sue proposte di qualità, e si amplia, si modifica, compare un grande tendone da circo a coprire il cortile in ghiaia ormai lastricato con tavoli e sedie in stile “Oktoberfest”.
Fino ad arrivare al 1996: la birreria si trasforma in brewpub. Dopo mesi di studio e di viaggi alla scoperta delle microbirrerie belghe, Teo torna con degli enormi bidoni caricati su un furgone Volkswagen Westfalia e li piazza nello spodestato ex-garage della proprietaria di casa, adiacente al locale, ormai trasformato in microbirrificio. Il primo impianto, autoprodotto in Belgio da Teo con l’amico Jean-Luis Dits della Brasserie à Vapeur, viene realizzato utilizzando vasche per la lavorazione del latte. Nascono la Blonde e l’Ambrée, le prime birre alla spina di “Baladin”. Il 1997 è l’anno delle grandi e storiche birre a marchio “Baladin”: la “Super”, la prima birra in bottiglia di Baladin, la “Isaac”, la “Nina”. Teo non si ferma più: in serie arrivano le produzioni ormai storiche, la “Noel”, la “Wayan”, la “Nora”.

E il pub non basta più: nel 2000, esigenze di spazio impongono la prima trasformazione del “pollaio” dei genitori di Teo: i polli vengono sfrattati per far spazio alla cantina di fermentazione. Poco dopo, Teo è costretto ad inventarsi il “birrodotto”, che trasferiva il mosto prodotto nel brewpub sulla piazza di Piozzo. Passano due anni e la richiesta di birra cresce così tanto da dover pensare ad una società di distribuzione in proprio e cambiare impianto: il pub non può accoglierlo e l’ex-pollaio si trasforma in vero birrificio. Mentre le produzioni continuano a differenziarsi (nascono Elixir, Xyauyù, Leon, Naizonale, Pop, solo per citarne alcune ), nel giro di pochi anni anche il vecchio pollaio diventa troppo piccolo e l’intero birrificio si sposta nel Comune di Farigliano. La mente di Teo sforna birre nuove e più audaci e la birreria si attrezza con una grande cucina. Di lì a poco nascerà anche “Casa Baladin”, sempre a Piozzo, ristorante “birrario” con camere, assolutamente “atipico”. I pub si moltiplicano, arrivando a toccare piazze ambite come Milano, Torino, Bologna, Roma. La storia diventa attualità. La fama “Baladin” è ormai alle stelle e il suo mondo così variegato da essere difficilmente riassumibile in poche righe: non solo birre, ma distillati, sidro, bibite, cioccolatini, formaggi, magliette, fragranze… tutto ciò che stimola la creatività del suo “deus ex machina”.

Il nuovo birrificio
E arriviamo al 2016. 30 anni di Baladin e un progetto ambizioso, da oltre 10 milioni di euro, un grande parco della birra. Il nuovo birrificio torna a Piozzo, in via Basse, dove Teo recupera una vecchia tenuta storica del ’700, cascina Coda. È qui che ora verrà prodotta la birra, un grande capannone cubico, visibile dalla Fondovalle, con impresso il marchio Baladin. «Un birrificio che si apre al pubblico – ci aveva detto lo stesso Teo –, che condivide la produzione, che genera curiosità, che vive il territorio e lo fa conoscere. Un nuovo stabilimento tecnologicamente all’avanguardia, che punta alla totale autosufficienza energetica».

Una grande festa
Per i 30 anni di “Baladin” è in programma una quattro-giorni di festa, all’insegna del cibo, della musica degli spettacoli e, non meno importante, della birra.
Il 13-14-15 luglio, dalle ore 19, l’apertura delle spine e il servizio di ristorazione. Verranno servite le pizze, nate dalle abili mani di Gabriele Bonci, romano doc, che ama sperimentare nuovi impasti andando sempre alla scoperta di cereali antichi appartenenti alla tradizione culinaria d’un tempo. Alle 21,30, lo spettacolo del “Circ du Bidon”, autentico pezzo di storia per la vita del birrificio.

La serata continuerà con la musica di DJ Vale, “puntina” storica delle notti torinesi, per 25 anni protagonista al Circolo Arci “Da Giau” di Torino con la sua serata “Afrodisiak”, un misto di reggae, brasil, funky, etno! Nel 2005 crea, insieme a Bunna (cantante degli Africa Unite), il progetto “Vibez a Gwaan”, che vede i due amici alternarsi in consolle con la loro reggae selections, esplorando tutte le branche del mondo musicale jamaicano, dal Rock Steady alla Dancehall, passando per la musica Roots degli anni ’60 e ’70.

Sabato 16 luglio, dalle 11, tornano il Campionato Italiano Homebrewing e il concorso popolare, con degustazioni gratuite (per chi volesse, sarà attivo il servizio del pranzo).Alle 17, brindisi ai 30 anni di Slow Food Italia. Dalle 19, apertura del servizio di ristorazione. Alle 22, concerto di Eugenio Finardi, “40 anni di musica ribelle tour”, disco che segue le tracce di “Sugo” (1976), compilation che rientra nella celebre classifica dei primi 100 dischi italiani migliori di tutti i tempi, stilata dalla celebre rivista musicale “Rolling Stones”. Alcune canzoni verranno interpretate attraverso il linguaggio dei segni in omaggio ai non udenti dal gruppo “Le ABC”, composto da tre ragazze (Elena Acquadro, Fiammetta Bertaglia e Marcella Coda) unite dal desiderio che la musica debba essere trasmessa a tutti. Loro infatti amano dire che le note scorrono tra le nostre mani, scivolando leggere, creando poesia in movimento. E perciò deve poter arrivare a tutti, superando le barriere delle diversità e gli ostacoli dettati dagli stereotipi, agenti corrosivi della società moderna. La festa continua con DJ set a cura di DJ Vale. L’ingresso, come nella serata precedente, è gratuito.

Domenica 17 luglio, dalle 10,30, porte aperte al nuovo birrificio: visite guidate per scoprire il presente e il futuro di “Baladin”. A pranzo, apertura delle spine e servizio di street food. E come dimenticare i più piccini? A loro, infatti, sarà riservata un’area per divertirsi!

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