Dehors abusivi a Mondovì: il segreto di Pulcinella

Un mese fa una lettera al Comune denunciava gli abusi: una giungla. A giorni un incontro.

Dehors abusivi. Illegittimi, non conformi al Regolamento comunale o addirittura al Codice della strada. Il caso esplode a Mondovì… e solleva un putiferio. Perché si scopre che la questione è nota da tempo a tutti: il classico “segreto di Pulcinella” insomma, che tutti conoscono ma nessuno denuncia. Fino a qualche settimana fa.

Una lettera che denuncia gli abusi
Parliamo del 18 maggio. Agli uffici comunali arriva una lettera, con in calce le firme di un gruppo di esercenti, titolari di caffè o bar del centro (ne elenchiamo alcuni: “La Bottega Errante”, “Caffè del Corso”, “Caffè Statuto”, e altri): «Come ogni anno, abbiamo fatto richiesta dell’autorizzazione per l’installazione del dehor e abbiamo provveduto al pagamento solamente della prima rata» scrivono.

E fin qua, tutto ok. Poi però la lettera aggiunge: «Da informazioni assunte, risulta che solo poche unità tra gli esercenti versano regolarmente il dovuto». Nella lettera si fa esplicito riferimento a pagamenti dovuti ma non versati. Questo dopo che, un anno fa, la Polizia locale aveva fatto una serie di controlli a tappeto per accertare le irregolarità. E ne sono state trovate parecchie: dehors fuori norma o completamente abusivi. Una situazione quindi nota da tempo, che qualcuno ha sanato pagando le multe e qualcuno, a quanto pare, no.

La lettera prosegue: «Chiediamo di conoscere quali iniziative intende adottare il Comune in relazione alle plurime strutture abusive o non conformi che da anni, nonostante le predette illiceità, persistono. Inutile sottolineare il danno economico per chi si è sempre attenuto alle regole. Vorremmo conoscere le ragioni per cui sono stati concessi esoneri dal pagamento della tassa per il dehor ad alcune attività. Solo a seguito di un riscontro alle su precisate informazioni richieste, utili per evidenti ragioni di parità di trattamento oltre che per manifeste ragioni di pubblico interesse, provvederemo al saldo del dovuto».

Cosa dice il regolamento?
Il Regolamento e le linee guida, a leggerli, appaiono abbastanza chiari: spiegano che tipo di dehors si possono usare, quali colori e materiali sono consentiti, come devono essere fatti gli ombrelloni, le sedie, i tavolini, le aiuole. Roba normale insomma. Stabilisce anche che i dehors non possono assolutamente essere completamente chiusi. Parla di ringhiere, coperture ammesse, eccetera.

La seconda lettera: quella di “Marchino”
La cosa rimane sopita per un mesetto… poi arriva una nuova lettera, questa volta ai giornali, e si solleva il pandemonio. La lettera, indirizzata a Confcommercio ma inoltrata alle testate locali, è scritta da Marco “Marchino” Maccagno, esercente di Breo e titolare del “Bistrò Caffè”: «Mi rivolgo a voi come sindacato locale che dovrebbe mediare, con una certa urgenza, le situazioni che si sono create tra uffici comunali ed esercenti monregalesi. Situazioni che si sono create tra uffici comunali ed esercenti monregalesi ognuno dei quali, me compreso, ha pendenze con la tesoreria del comune, problemi con l'Ufficio tecnico e chi più ne ha più ne metta. A oggi non mi risulta alcun vostro parere in merito per tutelare chi si trova in situazioni grottesche. Attendo una risposta anche perché questo problema è da 18 anni che intralcia, con regolamenti poco chiari, le nostre attività».

Lo stesso Maccagno ammette di avere “pendenze”. Sul suo dehor si sarebbe anche sollevato un procedimento, su cui è aperto un ricorso. Ma andando a sondare un po’ il terreno si scopre che di casi come questi, in città, ne esistono decine: dehors fatti con materiali non conformi, colori differenti rispetto a quelli del regolamento comunale, dimensioni fuori norma, posizionamenti illegittimi. Lo stesso Maccagno dice: «Non ho sollevato la questione per parlare del mio caso: ce ne sono molti altri». Una giungla, insomma.

Mondovì: una giungla in cui ognuno ha fatto  a modo suo?
Una giungla in cui la Polizia locale ha provveduto a segnalare le anomalie una per una: «I controlli sono stati fatti in modo preciso e capillare – conferma il comandante, Domenica Chionetti – e sono state sanzionate le situazioni irregolari sia dal punto di vista del regolamento comunale che da quello del Codice della strada». Ma com’è possibile che un Regolamento sia tanto difficile da rispettare o da far rispettare? Com’è possibile che esistano situazioni nate abusive e rimaste “nel grigio” per anni?

Dagli uffici comunali dichiarano: «Le situazioni richiamate si riferiscono ad un’attività di normale controllo sul pieno rispetto delle leggi e delle regole comunali che i diversi uffici competenti promuovono in piena collaborazione: la questione è molto lineare e le norme assolutamente chiare. Laddove emergano delle irregolarità, vengono effettuati in prima istanza dei richiami agli esercizi interessati perché si adeguino e successivamente, se necessario, si procede con i provvedimenti del caso. Allo stesso modo nell’eventualità che vengano riscontrate morosità relative al canone sull’occupazione del suolo pubblico viene sollecitato il dovuto pagamento. L’attività del Comune non è certo tesa ad intralciare nessuno, si tratta esclusivamente di una questione di equità rispetto a chi giustamente si pone nel pieno rispetto delle regole».

Carlo Comino, presidente Confcommercio Mondovì: «Siamo a conoscenza che vi sono problematiche su questo tema, ma non possiamo conoscere se queste siano frutto di inadempienze da parte del singolo. In ogni caso Confcommercio rimane disponibile a qualunque confronto o dialogo che gli esercenti chiedano di aprire con gli Uffici del Comune». E in effetti il confronto ci sarà: è stato fissato un incontro nei prossimi giorni.

Sarà la volta buona in cui si riuscirà a uscire dalla giungla?

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