Dal momento in cui la terra della scarpata in località Santa Lucia ha iniziato a “scivolare” verso il sottostante torrente Veglia, sono ormai passate due settimane. La situazione a Trinità per ora è stabile, non si sono registrati movimenti importanti di materiale negli ultimi giorni, ma resta inevitabilmente delicata, proprio perché future piogge o nevicate potrebbero causare ulteriori danni. Dopo un primo sopralluogo esplorativo dei tecnici della Regione Piemonte, avvenuto una decina di giorni fa e durante il quale il dottor Matteo Brovero aveva evidenziato la necessità di un intervento di contenimento alla “base” (scogliera in massi), venerdì 27 febbraio un architetto ed un geologo incaricati sono tornati sul luogo per un’attenta analisi della situazione. Dal secondo rapporto fornito, è emerso che non si ritiene possibile, al momento, l’applicazione della legge regionale 38/78 relativa al “pronto intervento” in caso di calamità naturale. Si rimane quindi in attesa di una eventuale evoluzione della frana, che deve essere costantemente monitorata. Se le pietre ed i detriti provenienti dalla scarpata dovessero infatti rischiare di ostruire il deflusso delle acque del torrente, un intervento sarebbe indispensabile. Nelle vicinanze inoltre è presente un’abitazione che, in caso di esondazione, rischierebbe l’allagamento. Per ora quindi si resta in attesa, visto che non si ritiene di dover intervenire né a monte né a valle. Verrà realizzato invece, con tutta probabilità, un progetto di salvaguardia e di “risagomatura” della scarpata, provvedendo esclusivamente allo spostamento di modeste quantità di materiale che potrebbero intasare il Veglia. Il secondo sopralluogo degli incaricati dalla Regione ha evidenziato, nello specifico, che il ciglio superiore della zona di distacco si prolunga per circa 100 metri, mentre il dislivello dalla sommità del distacco alla base dell’accumulo misura 60 - 70 metri. La situazione è in continua evoluzione.
Frana di Trinità: niente “calamità naturale”
Il secondo sopralluogo della Regione ha stabilito che non è applicabile la legge sul pronto intervento. La situazione però potrebbe peggiorare.