Lo scorso week-end, in occasione della due giorni dedicata alla rievocazione storica sull'arrivo dei Longobardi nella zona, a Sant'Albano si è tornati a parlare dei numerosi reperti rinvenuti nella grande necropoli del Ceriolo.
La necropoli longobarda santalbanese del Ceriolo è composta da quasi 800 tombe in piena terra, su una superficie di circa 3 mila metri quadrati. Non vi sono strutture murarie o marmoree, e la sua scoperta è stata fondamentale a livello italiano per comprendere la dinamica delle popolazioni longobarde, permettendo di confermare la loro presenza nel Piemonte sudoccidentale. Stiamo parlando di uno dei più importanti ritrovamenti degli ultimi vent’anni in Europa, ma dove sono attualmente i tantissimi reperti rinvenuti? Alcuni sono in mostra al Museo di Cuneo; la maggior parte invece attualmente fa parte di un allestimento di Napoli. E, in futuro, gireranno tutto il mondo, arrivando anche in Russia, a San Pietroburgo. Ma Sant’Albano potrà esporre i “suoi” reperti? La risposta arriva direttamente dall’assessore comunale Gian Luca Capellino, che spiega: «I ritrovamenti sono beni dell’intera collettività. Abbiamo comunque già avviato una collaborazione con la Soprintendenza e ci sono buonissime possibilità che a Sant’Albano possano essere esposti alcuni di questi reperti. Molto probabilmente, quando inaugureremo l’allestimento nella cappella di Sant’Antonio, verso fine anno, ci saranno anche tre teche con monili ed attrezzi originali, ritrovati al Ceriolo».