Era prevedibile che l’audizione in Commissione parlamentare dei Comuni cuneesi a valle del sito dell’ex-Acna di Cengio, abbinata al recente avvio della procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea all’Italia (alla quale è stata contestata la attivazione di una discarica all’interno dell’ex stabilimento chimico), avrebbe ingenerato prese di posizione, opinioni e dibattiti.
La notizia della presenza di oltre 2 milioni di metri cubi di sostanze tossiche accumulate all’interno dell’ex-Acna, per quanto già conosciuta da tempo, ha riportato all’attenzione delle varie istituzioni il problema.
Il sindaco di Cengio, Sergio Marenco: «È ormai certo che l’occhio vigile della Ue si è posato sul sito ex-Acna e che la procedura di infrazione verso l’Italia è stata attivata. La questione dei rifiuti accatastati nei lagoons preesistenti, indipendentemente dai quantitativi degli stessi, è un problema che ci riguarda da vicino, in quanto la loro presenza “inquietante” insiste sul nostro territorio».
Piergiorgio Giacchino, delegato dei Comuni cuneesi: «I rifiuti “tombati” all’interno del sito Acna non son 2 milioni di metri cubi ma perlomeno il doppio, la più grande concentrazione di tossici conosciuta. Detto questo, da parte dei Comuni che rappresento non rimane che, ancora una volta, invitare l’Eni e la Syndial a rendersi disponibili al confronto. La procedura di infrazione da parte dell’Ue sta a dimostrare la fondatezza, se mai ve ne fosse bisogno, delle nostre rivendicazioni. Discarica o messa in sicurezza, ritengo che Eni non possa sottrarsi dalla eco-tassa, il risarcimento al territorio per la presenza di questa enorme quantità di rifiuti ammassati nel sito. E non solo questo, perché dovrà certamente riconoscerci il danno ambientale storico già ammesso da ENI stessa».
ARTICOLO COMPLETO su L'Unione Monregalese del 5 ottobre 2016