La poesia vince ancora? La risposta è un po’ complessa ed articolata. Certo, come professione, il poeta oggi, non sembra sulla cresta dell’onda mediatica. Anche perché i versi di valore vanno assaporati con calma, non sopportano la fretta e la rapidità, esigono testa e cuore, puntano alla sensibilità meditata nelle persone. Eppure le liriche spopolano. E maturano in ogni dove. Non mancano poeti, dietro l’angolo. Ognuno di questi autori cerca modalità originali per esprimersi, per dare voce all’incanto del cuore, agli spunti dell’animo, alle angustie o speranze della vita. Al giornale questa diffusa versatilità poetica è ben nota, perché spesso giungono in redazione testi, fascicoli, stampati… che raccolgono queste espressioni in versi appunto. Ed è un segnale interessante. Comunque da decifrare. Infatti appare come il punto terminale di un desiderio di comunicare emozioni, di condividerle, di esternarle… perché si facciano ancora più importanti. A Piacenza sabato sera, per 25 ore, si sono lette ed ascoltate, in piazza Duomo, ben 600 poesie di 104 poeti, con 93 lettori… Una maratona di versi, no stop. Beh, forse non è questo il modo migliore per gustarsi una lirica. Ma ben vengano anche queste estrose iniziative. Meglio una poesia dentro una tiritera estenuante… che una serata da sballo con ben altri ingredienti. E poi hanno persino assegnato il Nobel per la letteratura ai testi delle canzoni di Bob Dylan, mitico cantautore di trenta-quaranta anni fa, ancora sulla breccia ma ovviamente datato. In proposito – con tutto il rispetto dovuto ad un grande della scena mondiale –, c’è da dire che l’opinione pubblica pure blasonata si è divisa. Su “Avvenire” si sono lette le valutazioni contrastanti di Ferdinando Camon che ha bollato questo riconoscimento come una furbata per un duraturo ritorno d’immagine, e di Giorgio Ferrari, che invece ha approvato questo traguardo raggiunto da un sognatore errante non privo di talento. Come per le poesie che arrivano in redazione, anche per i testi di Bob Dylan, ognuno può pensarla come meglio crede, promovendo o bocciando, a seconda. C’è la libertà di raccogliere e soppesare le emozioni altrui, espresse nei modi più differenti. In ogni caso, indubbiamente rappresenta un passo avanti il solo fatto che ci stiamo occupando di poesia. La vita, per fortuna, è anche questo. E il tutto ci conforta. Abbiamo ancora un cuore, un sentimento, un’emozione, una parola, un’immagine… per stare su un altro piano rispetto al tran tran che ci pressa di continuo e magari ci spinge nel grigio
Toh, la poesia non è solo sui libri di scuola
Qualche riflessione sul "caso Bob Dylan" (e non solo).