I sindaci di Carrù, Lequio Tanaro e Bastia M.vì, Cigliè, Clavesana, Farigliano, Magliano Alpi, Piozzo, Rocca Cigliè e Rocca dè Baldi (questi ultimi al loro ultimo atto ufficiale prima delle elezioni) non ci stanno e scrivono a Renzi per chiedere che non venga abolita la figura del segretario comunale. Al punto 13 della proposta di riforma della Pubblica Amministrazione, infatti, il presidente del Consiglio ha infatti anche inserito il "taglio" del segretario, suscitando lo stupore ed il disappunto dei primi cittadini i cui Comuni sono già associati in convenzione per la gestione di alcuni servizi. Pur considerando positivamente il tentativo di coinvolgere i soggetti interessati alla proposta di riforma (il ministro Madia ha inviato ai Comuni una mail con le sue proposte, chiedendo di rispondere con commenti e suggerimenti), ai sindaci non va proprio giù che l’ipotesi di abolire il segretario comunale, un taglio a cui non vengono oltretutto allegate ulteriori precisazioni.
«Le nostre Amministrazioni – scrivono i primi cittadini a Renzi e Madia –, contrariamente a quanto proposto, ritengono che il ruolo del segretario comunale sia invece essenziale e necessario per il buon funzionamento dei Comuni, singoli o associati. Tale valutazione viene espressa dai soggetti che operano nel settore, i quali forniscono un parere che nasce dal concreto vissuto in relazione all’esperienza maturata nel corso del mandato amministrativo. Proprio perché abbiamo potuto sperimentare il servizio reso dai rispettivi segretari comunali, sosteniamo che la preparazione ed imparzialità del ruolo non possono essere facilmente sostituite da altre figure professionali, magari selezionati, formate e reclutate con metodi meno tutelanti».
«Le funzioni di sovrintendenza, di coordinamento della struttura burocratica, di consulenza legale, di controllo e di raccordo con gli amministratori sono tra le funzioni ascrivibili ai compiti del segretario comunale ai sensi del vigente ordinamento degli Enti locali – continuano i primi cittadini –: si tratta di funzioni irrinunciabili, non rappresentano alcun spreco, anzi consentono di coniugare, in ambito locale, legalità, efficienza, efficacia e buon andamento. La presenza di una figura non incardinata stabilmente nell’organigramma del Comune consentono inoltre maggiore autorevolezza nelle scelte di riorganizzazione».
«Per le ragioni sopra descritte – propongono – è nostra volontà chiedere una riforma che preveda un contenimento o un uso ragionevole delle convenzioni di segreteria a cui i Comuni spesso sono costretti a ricorrere esclusivamente per i limiti della spesa del personale, limiti stringenti e fortemente limitanti perché sono basati sul criterio della spesa storica, colpendo più duramente le Amministrazioni che in passato hanno sprecato meno. Ragionevole sarebbe escludere la spesa per il segretario comunale dalla spesa del personale, in ragione della specificità del reclutamento, delle peculiari funzioni di garanzia, specie in materia di anticorruzione e del ruolo svolto all’interno dell’Amministrazione di responsabile e coordinatore delle risorse umane, di collegamento della struttura burocratica con gli amministratori. Il meccanismo dello "spoil system", a cui il segretario è sottoposto a differenza delle altre figure dirigenziali presenti nella Pubblica amministrazione, è peraltro una garanzia per i Comuni a tutela della qualità del lavoro svolto e richiesto da tale figura professionale. Eliminando la figura del segretario comunale, non si semplifica nulla, non si ottiene alcuna razionalizzazione né alcun effettivo risparmio… Semplicemente si rinuncia ad uno strumento razionale di auto-organizzazione e controllo, dando un segnale negativo sul tema del rispetto delle regole che mina ulteriormente la già non eccessiva fiducia dei cittadini nelle Istituzioni».