Mondovì ha cambiato faccia? Viene da chiederselo. Quantomeno alle urne, pare di sì. Così come l’hanno cambiata provincia e regione. La città di Costa e la Granda, che in 15 anni è passata da Quaglia alla Gancia, piazzano Chiamparino in testa a tutti. Ma, soprattutto, chiudono il Centrodestra dieci punti sotto. La domanda è evidente: cos’è successo? Sono successe due cose. Primo, la coalizione di Centrodestra si è schiantata. Forse per la divisione, forse per i guai di Cota, ma lo sfaldamento è evidente. Secondo: è successo Renzi. Il leader del Pd forse è riuscito ad arginare l’ascesa dei 5 Stelle e a convincere in pieno il voto moderato. E c’è già chi dice: siamo alla “nuova DC”. Il dato è schiacciante, nei voti di Mondovì: alle Europee i singoli partiti di Centrodestra sono stati lasciati indietro di 30 punti. Alle Regionali la coalizione di Pichetto chiude al 18% e il Ncd di Costa al 12%. E questo, a Mondovì, è un dato nel dato: per la prima volta il partito di Costa… straperde. Certo, il suo dato a Mondovì (7,3% alle Europee, 12% alle regionali) è comunque molto più alto di quello complessivo ottenuto in regione, attorno al 3% per entrambe le sfide. Ma è notevole il confronto con le percentuali “domestiche” ottenute dal suo amico-avversario del Centrodestra, Guido Crosetto di “Fratelli d’Italia”: che nella “sua” Marene strappa il 42% alle Regionali e il 33% alle Europee. Non c’è dubbio: qualcosa è cambiato. Mondovì: ma cos’è successo? Gli elettori non si spostano in massa: migrazioni e fughe, laddove accadono, non sono mai dirette e semplici da descrivere. Però qualche analisi si può tentare. Facendo un confronto fra 2014 e 2010, con un numero di elettori più o meno analogo, attorno agli 11 mila votanti. Chiamparino tocca il 47%, mentre la Bresso quattro anni fa si era fermata al 45%. I voti: 4.780 allora, 4.840 oggi. Numeri e risultati molto simili. Quindi più che salire il Centrosinistra, è sprofondato il Centrodestra. Sommando i voti di Pichetto, Costa e Crosetto si ottiene poco più di 3.500: lontanissimi dagli oltre 5.320 che furono di Cota quattro anni fa. Se li si somma ai 1.700 di Bono… i conti tornano quasi perfettamente. Forse in tutto questo un po’ di riflesso nazionale c’è. Perché le percentuali del Pd registrate a Mondovì sono molto, molto simili a quelle che si trovano su scala regionale e nazionale: 41,6% a Mondovì, 40,7% in Piemonte e 40,8% in tutta Italia. E se questo fosse davvero l’effetto-Renzi? Che ha saputo ricompattare i moderati da una parte e i delusi dall’altra, senza cedere ulteriori schede al 5 Stelle? Il Pd oggi a Mondovì, nelle Regionali, prende 2.800 voti: quasi esattamente quelli che nel 2010 si potevano ottenere sommando Pd e Udc insieme. E se il Pd di oggi fosse davvero la nuova DC? Nella partita di Bruxelles, quanto fece il Pd nel 2009? Il 23%. Oggi il 41%. In numeri: 2.500 voti allora, 4.200 oggi. La “fuga” del Centrodestra A Mondovì il Centrodestra si è sciolto. Guardiamo le Europee: la Lega passa da 2.400 voti a meno della metà (1.041), l’ex Pdl che pesava quasi 3.000 schede oggi non arriverebbe a 2.500 pure se sommassimo Forza Italia, Ncd-Udc e Fdi. Il confronto è ancora più impietoso se si guarda alle Regionali del 2010: la Lega all’epoca era nella sua ondata più gonfia di sempre, e a Mondovì era il primo partito col 24% e oltre 2.100 voti. Oggi è meno della metà: 900 schede, 10,6% (un anno fa alle Parlamentari andò anche peggio). Da tanto si sente dire che l’elettorato “grillino” è andato avanti a raccogliere i voti dei delusi del Centrosinistra: se questo era vero in un primo tempo, negli anni forse l’elettorato si è mescolato e ha sortito l’effetto contrario. Una larga fetta di monregalesi che un anno fa avevano votato 5 Stelle (3.100 voti alle Politiche 2013, 1.700 oggi) ha ridato fiducia al Pd. E, forse, a Renzi.
Mondovì: arriva l’effetto-Renzi
Mondovì ha cambiato faccia? Quantomeno alle urne, pare di sì. Così come l’hanno cambiata provincia e regione.