Quarantatre. Sono i giorni che mancano al 31 luglio, ultimo termine per risolvere la questione Ciop. Venerdì mattina, nella sala del Consiglio, si è tenuto un incontro tra le parti, fortemente voluto dall’Amministrazione cui hanno partecipato lavoratori, sindacati e azienda, rappresentata dal direttore Vallarino. Ad oggi, la soluzione non sembra imminente. «Abbiamo rifatto il quadro della situazione – hanno spiegato i sindacalisti Formicola (Cgil) e Castelli (Cisl) –, ora aspettiamo l’incontro con la proprietà. È uno sforzo che l’azienda deve sostenere». Dal canto suo, Vallarino replica: «È un problema che l’azienda sente, lo ha affrontato e affronterà ancora. Lo sforzo però non deve essere solo dell’azienda, ma di tutte le parti in causa». Su questo concordano anche i sindacalisti e gli amministratori comunali: è una storia troppo seria e i tempi sono troppo stretti per tergiversare, è necessario che tutti facciano quanto è nelle loro possibilità per risolvere la situazione. Se entro il 31 luglio non verranno “riassorbite” sei persone, non sarà possibile ottenere il secondo anno di cassa integrazione e trentacinque cassintegrati finiranno in mobilità. «Trentacinque famiglie» fa notare uno degli operai presenti. «La preoccupazione è forte – afferma con forza il primo cittadino, Michelotti –. La situazione deve essere risolta». Insomma, sembra che scongiurare il licenziamento sia il volere di tutti, ma i tempi che mettono pressione non sono certamente rassicuranti per i diretti interessati.
Crisi Ciop: c’è il dialogo, manca la soluzione
Sempre aperta la questione, incontro venerdì scorso in Comune