Si è chiuso con due condanne, dopo otto anni, il processo per la morte di Ahmed Kharbouch: l’operaio che perse la vita cadendo dal tetto della “Fomec”. La sentenza martedì 24 giugno. Condannato sia l’amministratore Mario Gussago che il titolare dell’impresa Daniele Aragno. Soddisfatta la Procura.
I fatti risalgono a otto anni fa. Kharbouch, 50 anni, stava lavorando alla catramatura sul tetto di un capannone per conto della ditta di Aragno, che aveva avuto la commissione dalla Fomec. Sulla copertura si accese un piccolo incendio. L’operaio, forse indietreggiando per allontanarsi dalle fiamme, mise una piede sopra una lastra di plexiglas che fungeva da lucernaio: la lastra si ruppe e il 50enne precipitò a terra, morendo sul colpo. La famiglia dell’operaio venne risarcita, ma intanto si aprì il processo per omicidio colposo sia nei confronti del’amministratore Fomec, Gussago, che del titolare dell’appalto, Aragno.
Il pubblico ministero, il vpo Alessandro Borgotallo, aveva già avanzato le sue richieste nell’udienza di due settimane fa. Martedì era il turno delle repliche: «La caduta non era un rischio specifico di questo tipo di lavoro – ha sostenuto il pm –. Kharbouch era a tutti gli effetti nel ruolo di dipendente, sebbene formalmente si trattasse di un sub-appalto. Bastava alzare gli occhi per rendersi conto che mancavano le protezioni». Entrambi i difensori hanno chiesto l’assoluzione dei propri assistiti: «Fu fatto un sopralluogo – è stata la replica di Martinetti, difesa Gussago –: non risulta nelle carte perché è assolutamente normale che un sopralluogo preventivo non venga verbalizzato». Viglione, difesa Aragno: «Il Kharbouch aveva una competenza specifica ed era un lavoratore autonomo».
Il giudice Alessandra Coccoli ha però dato ragione all’accusa. Le condanne: otto mesi per Gussago (estinta per indulto) e due anni per Aragno (pena sospesa).
Operaio morto alla Fomec: due condanne
Si è chiuso con due condanne, dopo otto anni, il processo per la morte di Ahmed Kharbouch: l’operaio che perse la vita cadendo dal tetto della “Fomec”.