Ce l’hanno fatta. I paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato sono patrimonio mondiale dell’umanità. Un riconoscimento, quello dell’Unesco, atteso da quasi dieci anni e arrivato da un Paese lontano, il Qatar, quasi a simboleggiare l’universalità di essere annoverati nella World Heritage List. Insieme a loro, infatti, ci sono, tra gli altri, la via degli Inca in Sudamerica, la via della seta in Asia e il centro storico di Gedda in Arabia Saudita, paesaggi dal fascino immortale. Ce l’hanno fatta, tra alti e bassi, ed è una vittoria di un territorio, di una regione, di un’intera nazione. Sì, perché con questo riconoscimento, il numero dei siti "tricolore" patrimonio artistico e ambientale dell’Unesco fa toccare all’Italia il record mondiale. Il nostro Paese è, infatti, quello che conta il maggior numero di siti nell’elenco (50), più altri cinque della lista del Patrimonio culturale immateriale. I paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato rappresentano poi un record in se stessi. È la prima volta, infatti, che l’Unesco riconosce un paesaggio vitivinicolo quale bene unico al mondo, nemmeno Champagne o Borgogna possono vantarlo. È un risultato prezioso che rafforza il posizionamento a livello di mondiale di alcune delle produzioni vitivinicole più pregiate e apprezzate, oltre a riconoscere l’essenzialità dell’agricoltura e degli agricoltori quali sentinelle nella conservazione del paesaggio. L'unico neo è l'esclusione delle Colline del Dolcetto. Cosa ne pensano i nostri produttori? Scoprilo sull'Unione in edicola o nell'edizione digitale.
Le Langhe sono nell’Unesco
Ce l’hanno fatta. I paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato sono patrimonio mondiale dell’umanità.