Lo scontro questa volta era scontato. Non poteva essere diversamente, davanti a una cifra del genere: 1 milione e 600 mila euro. È il “risparmio” del 2013: quello che tecnicamente si chiama avanzo di amministrazione. Una somma troppo grande per non far nascere qualche domanda: ma non eravamo in tempi di ristrettezze economiche?
Erano le tre di pomeriggio di un lunedì di fine giugno, ma a Mondovì faceva più caldo in municipio che in strada. Il Consiglio comunale era stato convocato per approvare il rendiconto 2013. La discussione per tre ore si è incardinata tutta lì: su quella cifra, l’avanzo di amministrazione da 1 milione e 661 mila euro. L’assessore Schellino ha messo le mani avanti: «È un dato in linea con l’andamento dell’ultimo quinquennio», ha detto. In realtà, negli ultimi due anni, era molto più basso, a causa dell’indebitamento per la realizzazione del Polo scolastico a piazza d’Armi. «In passato abbiamo avuto avanzi anche più alti – ha spiegato l’assessore al bilancio –. Altri Comuni investono di più, ma alzano i debiti. Da cosa deriva? Non si può dire con semplicità: è frutto di tante componenti diverse, che emergono solo in fase di rendicontazione finale». Il “malloppo” è stato immediatamente “girato” fra le somme per il 2014: una grossa fetta servirà a finanziare l’intervento di riqualificazione di Breo. Ma di questo praticamente non si discute nemmeno. Tutto il dibattito si è imperniato sulla questione di fondo: cosa significa giungere a fine bilancio con un avanzo del genere?
Per le opposizioni la risposta era una sola: tirchieria.
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