I bagnaschesi che, giovedì sera 17 luglio, in sala San Giacomo, avrebbero voluto notizie certe sulla datazione del complesso difensivo di Santa Giulitta dovranno aspettare ancora un po’. Anche se, al di là della cautela della Scuola di Specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio del Politecnico di Torino e del Fondo storico “Alberto Fiore”, l’ipotesi altomedievale sembra prendere corpo. Un’ipotesi frutto dei risultati già acquisiti con la campagna di studi avviata da due anni e avvalorata dal recente ritrovamento di un frammento di anfora e della punta di una freccia. Elementi riconducibili al VI-VII secolo, forse agli scontri tra l’Impero Bizantino e i Longobardi che, invasa l’Italia, tentarono l’assalto alla zona costiera, supportata dalla forza navale bizantina. Ma giovedì sera, al numeroso quanto interessato pubblico, professori e specializzandi della Scuola del Politecnico e studiosi del Fondo storico hanno illustrato anche altro. E’ infatti emerso che sul retro della quadrata “Torre superiore” vi fosse un’area di cava. Un dato desunto studiando i segni di lavorazione delle pietre. «La grande parete che si raccorda alla fortificazione è stata resa verticale in modo artificiale – hanno spiegato i professori –. Nel luogo, quindi, si ricavava materiale per costruire la fortificazione definendo, nel contempo, il fossato, un vallo a scopo ulteriormente difensivo». E la campagna di studi proseguita quest’anno ha portato in luce anche una seconda finestra, sulla torre, che va ad aggiungersi a quella scoperta l’estate scorsa. Attenzione dei professori, tesisti, specializzandi e studiosi locali anche sulla cosiddetta “Porta” di santa Giulitta, tra il complesso religioso e la torre, dove si è ipotizzato vi fosse una chiusura ad arco. Novità pure in merito alla posizione di Bagnasco nel transito verso le città romane: «Nell’area del Baraccone – hanno spiegato i relatori – si sono trovati frammenti ceramici e una moneta romana che fanno pensare allo sviluppo di un transito più in quota, che lasciava la valle del fiume e risaliva verso la destra orografica». «Ora è tempo di studi più dettagliati – hanno concluso –. Per indagare su santa Giulitta utilizzeremo (si è già iniziato con il rilievo effettuato grazie alla “stazione totale”) strumenti avanzati e apparecchiature capaci di rilevare il complesso dall’alto. Il nostro progetto prosegue, forte del sostegno dell’Amministrazione comunale e della popolazione locale». Discorso a parte, perché non direttamente riconducibile alle competenze della Scuola di specializzazione del Politecnico, ma altrettanto interessante emerso tra il pubblico: le criticità degli affreschi della cappella di santa Giulitta, che andrebbero preservati. «Bagnasco è al centro di importanti studi, avviati con la precedente Amministrazione comunale, sul proprio patrimonio storico-culturale – commenta il sindaco Mauro Bertino –. Grazie ai professori, agli specializzandi, ai testisti e studiosi che su santa Giulitta investono professionalità, ricerca, impegno e competenza. Da parte del Comune resta massima la collaborazione. Grazie inoltre al Comitato “Amici di santa Giulitta” che tanto ha fatto e continua a fare per quest’area».
Bagnasco: Santa Giulitta risale all’alto Medioevo?
L’ipotesi altomedievale sembra prendere corpo. Un’ipotesi frutto dei risultati già acquisiti con la campagna di studi avviata da due anni e avvalorata dal recente ritrovamento di un frammento di anfora e della punta di una freccia