Secondo l’accusa, c’era un vero e proprio giro di clienti che compravano la droga assieme a biove e rubatà. Fin quando i Carabinieri non sono intervenuti con un blitz, la scorsa settimana: G.R. (47 anni di Mondovì, con precedenti specifici) è stato arrestato. Gli uomini dell’Arma avevano notato un “frequente” ingresso di numerosi soggetti, noti consumatori di sostanze stupefacenti, nella sua panetteria di Breo. Non per la spesa del giorno, ma per un altro tipo di rifornimento. Ma l’avvocato difensore contesta interamente la versione dei fatti fornita dalla Procura di Cuneo.
Oggi il titolare si trova ai domiciliari (convalida già avvenuta presso il Tribunale di Cuneo) con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio. Sulla vetrina del negozio sono affissi i sigilli del sequestro giudiziario e un cartello su cui sta scritto “chiuso per indisposizione”. La clientela “anomala” della panetteria, dicono i Carabinieri, era stata notata durante alcuni controlli nella serata di giovedì: controlli mirati a soggetti frequentanti il centro di Mondovì di potenziale interesse operativo per l’assunzione di stupefacenti. Nel contesto del servizio veniva notato il frequente ingresso in quel negozio. Così gli uomini del Nucleo Operativo hanno effettuato una perquisizione del negozio, trovando alcune decine di grammi di marijuana, semi e un bilancino per misurare le dosi. Altra sostanza è stata rinvenuta negli appartamenti del 47enne. «Il panettiere aveva di fatto “implementato” la propria tabella merceologica per i suoi clienti più “affezionati” – spiega il capitano Raffaello Ciliento, comandante della Compagnia di Mondovì –. Pare si sia giustificato per questa “nuova forma di offerta commerciale” affermando che era legata ai minori incassi per la vendita di pane derivante dal momento di crisi economica». Sono in corso ulteriori approfondimenti da parte della magistratura.
L’arrestato, tramite il suo legale, smentisce l’esistenza di un “giro” di clienti: «Contestiamo interamente la ricostruzione dei fatti presentata dagli inquirenti – dichiara l’avvocato difensore, il legale monregalese Rocco Sardo – e siamo pronti a chiedere il dissequestro del negozio, a nostro avviso non c’è alcuna ragione per ordinare la chiusura del locale».