Era diventata “la maledizione di Ferragosto”. Negli ultimi sette anni, puntualmente, i prati alla Rocchetta di Lesegno venivano invasi dal rave party con i baracconi d’ordinanza, consolle e casse, per sparare tekno a tutto volume. Non quest’anno: blocchi di cemento, “picchetti” di volontari e presenza massiccia dei Carabinieri hanno tenuto a bada i ravers. Speriamo, una volta per tutte.
Lo scorso anno il “Teknival”, così lo chiamavano gli affezionati, era un evento che radunava migliaia di persone. La si può anche mettere sul folkloristico e chiamarla libera manifestazione musicale: ma la verità è che il rave party è un festival abusivo, privo della benché minima autorizzazione ufficiale con tutto quello che ne consegue (sicurezza, ordine pubblico, eccetera), privo di limiti acustici, in cui possono circolare alcol e sostanze stupefacenti. E che lascia dietro di sé tonnellate di rifiuti ammassati sui prati. Nel 2013 era durato cinque giorni, dal 14 al 18 agosto, suscitando una montagna di polemiche: fra i residenti di Lesegno e fra quelli dei paesi limitrofi, martellati per cento ore no-stop dai bassi pompati a palla dalle casse. Un evento che si svolgeva sempre nello stesso posto, i prati a fianco del viadotto dell’autostrada, puntuale come se fosse stato organizzato da uno staff locale. Era ora di girare la vite e dire “basta”.
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