Se Battiato una quindicina d’anni fa cantava “Viviamo strani giorni”, oggi c’è chi canta di tempi (atmosferici?) strani. A farlo è la cantante Anna Calvi, il cui nome e cognome echeggiano di coste italiane, ma che in realtà (nonostante le origini paterne) affonda le proprie radici nella tradizione inglese, e non solo per la sua provenienza da Twickenham (sobborgo londinese dove gioca la nazionale di rugby rosata), ma anche per quel mondo musicale a cui si ispira e in cui è cresciuta. L’esordio del 2011 l’ha portata alla ribalta come voce nuova, ma è con One Breath (2013) che l’artista ha raggiunto il grande pubblico. L’Ep prodotto nel 2014 (Strange Weather) non aggiunge nulla di nuovo a quanto già prodotto, ma offre delle perle di rara bellezza. Cantante ricca di capacità espressiva e in grado di giocare con un magnetismo fuori dal comune (nella bellissima I’m the Man that Will Find You), appreso nel periodo in cui faceva cover di Bowie, Anna si trova a proprio agio nel ruolo di novella PJ Harvey (in Papi Pacify), come nuova Nick Cave al femminile (Ghost Rider) o interprete (quasi) di blue jazz nel duetto con David Byrne nell’omonima Strange Weather. Un viaggio breve, ma intenso, in un mondo profondo, notturno, a tinte cupe, carico di un fascino irresistibile.
Il tempo è strano quanto i giorni
Un nuovo Ep per l'angloitaliana Anna Calvi