Chiude la Bre al Ferrone, saltano gli sportelli di Monastero e Bastia

Ubi Banca ha annunciato 200 esuberi in tutto il comparto della Bre. A Mondovì chiuderà la filiale del Ferrone, salteranno i mini-sportelli di Monastero e Bastia. 

Per i sindacati, è una mazzata. Ubi Banca ha annunciato un taglio di 200 esuberi in tutto il comparto della Bre, ex Cassa di Risparmio di Cuneo. A Mondovì chiuderà la filiale del Ferrone, salteranno i mini-sportelli di Monastero di Vasco e Bastia. Formalmente non ci saranno licenziamenti: si apriranno finestre di prepensionamenti ed “esodi” per chi è a fine carriera, ma il totale è quello. In provincia di Cuneo dovrebbero chiudere 15 uffici (4 filiali e 11 sportelli), mentre 16 filiali saranno declassate a sportelli.
Il Monregalese viene toccato con la chiusura della filiale di corso Europa e con la chiusura dei due sportelli minori a Bastia e Monastero. E poi: due filiali a Cuneo, una ad Alba e una dozzina di mini sportelli in provincia. La reazione dei sindacati è stata immediata. È già stato fissato il primo incontro per la trattativa: si svolgerà in Lombardia il 30 ottobre e sarà solo un faccia a faccia preliminare. Ci vorranno settimane prima di definire i numeri precisi. Le parole d’ordine sono sempre le stesse: ottimizzazione, riorganizzazione, riposizionamento o rivalorizzazione delle risorse. Si traduce in 1.277 persone, anzi “unità full time equivalent”, da tagliare. Di cui 200 in Bre e gli altri mille ripartiti fra le varie banche del gruppo.
La decisione è stata avallata e sottoscritta da tutti i vertici della banca: Direzione generale, Consiglio di sorveglianza, Consiglio di gestione. Durissimo il comunicati della Fiba-Cisl: «Le motivazioni con cui il gruppo giustifica l’intervento sono di contesto (crisi economica e finanziaria, prospettive negative, erosione della marginalità del settore, innovazioni tecnologiche). Siamo consapevoli che lo scenario attuale e le prospettive richiedano alle aziende di credito di adeguare il proprio modello organizzativo e di business alle mutate esigenze dei mercati di riferimento. Tuttavia riteniamo assolutamente inadeguata una politica aziendale volta esclusivamente al contenimento del costo del lavoro, che chiede continuamente sacrifici ai lavoratori, che abbandona alcuni territori presidiati storicamente dalle aziende del Gruppo. Per questi motivi valutiamo negativamente il piano presentato, che sarà discusso nell’ambito della procedura sindacale che partirà a breve».
Guido Bessone, vice presidente della Fondazione CRC (azionista di minoranza della banca) referente per la zona i Mondovì: «Non è compito della Fondazione entrare nelle questioni di gestione aziendale – commenta –. Tuttavia abbiamo fatto presente alla Ubi le nostre preoccupazioni, ma abbiamo avuto subito rassicurazioni sul fatto che non si parla di licenziamenti. La riorganizzazione delle filiali non ci riguarda. L’importante è la salvaguardia dei posti di lavoro».

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