Acem dice no ai rifiuti della Liguria

Una richiesta lanciata in piena emergenza: dopo l’alluvione del mese scorso, Genova non ce la fa a smaltire i rifiuti. Ma i sindaci monregalesi li hanno respinti al mittente.

Una richiesta lanciata in emergenza: dopo l’alluvione del mese scorso, Genova non ce la fa a smaltire i rifiuti. Servono soluzioni, e una di queste avrebbe potuto essere la discarica di Magliano: «Una situazione temporanea – ha spiegato il presidente dell’Acem, Gasco –: li porterebbero qua per due mesi, ovviamente a pagamento». Ma i sindaci monregalesi li hanno respinti al mittente: «Non ci conviene».
Era un tema “caldissimo”, sia dal punto di vista politico che da quello tecnico. La richiesta veniva da di “Amiu”, l’equivalente di Acem per l’area genovese. L’ipotesi: far arrivare nella discarica di Magliano Alpi, già in esaurimento di spazio (e che infatti sta studiando un progetto di ampliamento), 2.500 tonnellate di spazzatura ligure, indifferenziata, da qui a fine anno. All’assemblea dell’Acem, che si è riunita la sera di lunedì 3 novembre, il sindaco maglianese Marco Bailo non si è neppure presentato: un segno, inequivocabile, che ormai la frattura fra il Comune e il Consorzio rifiuti è netta. «Non si può discutere di un tema tanto delicato – ha detto Bailo, in una lettera – in un’assemblea convocata con così poco preavviso». Perché tanta urgenza? «Perché si tratta di un’emergenza – ha detto il presidente, Gian Pietro Gasco – dovuta alla situazione che si è creata in Liguria dopo l’alluvione. Genova sta cercando diverse soluzioni. Hanno già dei contatti per portare i rifiuti a Torino, potrebbero anche conferirli agli inceneritori in Lombardia. Hanno chiesto anche ad Acem, dobbiamo votare se accettare o meno: è una questione tanto tecnica quanto politica». Il prezzo che i liguri sarebbero stati disposti a offrire, però, sarebbe più basso di quello pagato dagli stessi Comuni monregalesi.

L’assemblea è stata un coro quasi unanime di “non se ne parla nemmeno”. Le uniche voci possibiliste sono state quelle di Mondovì e Ceva (che al momento del voto si sono astenute), mentre la quasi totalità dei presenti si è schierata dalla parte opposta. «Sono totalmente contrario – ha detto Ferraris, Ormea –, e non solo per una questione di soldi: abbiamo una discarica che sta esaurendo, non siamo nelle condizioni di accogliere rifiuti altrui». Gli fa eco Gallo, Clavesana: «Se esistono altre soluzioni, le mettano in pratica. Dicemmo di no ai rifiuti provenienti da Napoli, per me non c’è differenza: sono contrario». Il fattore economico ha il suo peso: «Non ho mai sentito qualcuno che dice di essere in emergenza, ma poi detta le condizioni» è stato l’intervento di Taravello, Torre Mondovì. E Guidi, Priola: «Ci offrono 125 euro a tonnellata: noi ne paghiamo oltre 200. Gli stiamo facendo una tariffa più bassa di quella che facciamo a noi stessi?». «Sul prezzo non si può trattare – ha risposto Gasco –, ci abbiamo già provato ma quella è la cifra più alta a cui possiamo arrivare. Si tratta di una situazione di emergenza, che durerebbe solo due mesi, ma che ci potrebbe dare la possibilità di allacciare un canale di trattativa futuro».
Tre mesi fa, quando si stava discutendo l’ipotesi di accettare o meno rifiuti dalla Liguria senza dettagli su quantità e costi, Acem aveva votato sì: «Mi spiace fare marcia indietro – ha detto D’Agostino, il vicesindaco di Mondovì – e rimangiarci la parola presa a giugno. Tuttavia, capisco bene le obiezioni dei colleghi che sono contrari». Alla votazione solo due Comuni sono favorevoli (Castelletto Uzzone e Vicoforte), alcuni astenuti (i maggiori: Ceva e Mondovì), mentre il resto dei presenti vota compatto sul fronte del no. Caso chiuso.

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