Il furto avvenne la notte del 23 giugno, presso la zona industriale di Niella Tanaro. Una grossa quantità di rame, rubata dall’impianto fotovoltaico presente sul tetto.
Si capiva subito che i ladri erano "professionisti" del campo: «Ben organizzati con un mezzo d’opera per il trasporto – spiega il capitano Raffaello Ciliento, comandante dei Carabinieri di Mondovì –. Arrivarono sul posto, oscurarono l’impianto delle telecamere di sicurezza e in circa quattro ore di lavoro asportarono quasi due chilometri di cavi elettrici per un peso complessivo di oltre due tonnellate e mezzo di rame. Un bottino di svariate migliaia di euro sul mercato illegale del cosiddetto “oro rosso”». Le indagini sono partite subito, condotte dai militari della Stazione CC di San Michele Mondovì – territorialmente competente – e coordinate dal vice procuratore di Cuneo Marinella Pittaluga. Così sono stati individuati due dei responsabili: il 33enne M.A. ed il 19enne M.N, entrambi cittadini romeni che vivevano in un campo nomadi di Torino. "Professionisti" del settore, appunto: infatti nel frattempo erano stati tratti in arresto (nello scorso settembre) per fatti analoghi commessi nel torinese assieme ad altri nove soggetti.
Gli elementi di prova a loro carico sono risultati inequivocabili: quindi l'Autorità giudiziaria cuneese ha emesso due nuove misure cautelari (collocazione agli arresti domiciliari), eseguite nella serata di giovedì 6 novembre dai Carabinieri di Mondovì affiancati dai colleghi della Compagnia CC Torino Mirafiori. Sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi per appurare l’eventuale coinvolgimento dei due arrestati in fatti similari occorsi nell’ultimo semestre in questa provincia.