Non si sono neppure curati dell’allarme o delle telecamere. Hanno sfondato la porta e, senza troppi problemi, hanno cominciato a fare manbassa fra gli scaffali di “Garelli”. Il bottino: quasi 600 confezioni di profumi e cosmetici. Potrebbe trattarsi delle stesse persone che, la stessa notte, hanno colpito il bar “Mojito” di via Rosa Bianca: ma i Carabinieri non ritengono che il primo colpo sia stato un “diversivo”.
Il furto è avvenuto nella notte fra giovedì 6 e venerdì 7 novembre, circa verso le 3 di notte. Erano in tre, col volto coperto: sono entrati nella profumeria di via Sant’Agostino, in pieno centro di Breo, e in pochi minuti hanno saccheggiato gli scaffali. Hanno spaccato la porta con un “piede di porco”, facendo scattare ovviamente l’allarme, ma non se ne sono curati. Le telecamere di sicurezza hanno ripreso tutta la scena. Dopo il colpo, i tre si sono dileguati a bordo di una station wagon. Il proprietario è arrivato sul posto poco dopo, coi Carabinieri, ma non ha potuto fare altro che conteggiare il valore del furto: più di 500 scatole fra profumi, cosmetici e merce di gran marca.
Nella stessa notte qualcuno ha tentato un furto in un bar-tabaccheria di via Rosa Bianca, il “Mojito”: vetrina spaccata, ma niente colpo. Il fatto si sarebbe verificato poco prima del “saccheggio” alla profumeria: «Potrebbe trattarsi degli stessi responsabili – afferma il capitano Raffaello Ciliento, comandante dei Carabinieri di Mondovì –, stiamo cercando dei riscontri. I profumi sono merce facilmente vendibile e non rintracciabile». L’idea che qualcuno abbia prima provato a colpire un bar, senza ultimare il furto, e poi si sia spostato verso una profumeria con articoli di valore decisamente più alto fa quasi pensare che il primo colpo fosse… un diversivo, per sviare l’attenzione delle forze dell’ordine. «Tutte le ipotesi sono plausibili – risponde il capitano –, ma al momento non crediamo che sia andata così. Sempre ammesso che si tratti delle stesse persone, potrebbero aver prima hanno tentato in una zona e poi, non riuscendo, si sono spostati in un’altra area».