Alluvione 1994: il fango non ha sepolto la memoria

Sentite cerimonie a Clavesana e Farigliano per ricordare i tragici fatti di vent'anni fa.

Nell’anniversario dell’alluvione del 1994, il gesto più bello lo hanno compiuto i bimbi delle Scuole di Clavesana e Farigliano. Loro, che non hanno vissuto sulla loro pelle quei tragici eventi di 20 anni fa, hanno comunque voluto onorare la memoria di chi, quel 4 novembre di vent’anni fa, perse la vita. A Clavesana i bambini hanno dedicato i nuovi alberi piantati nell’area del monumento dedicato alle vittime clavesanesi dell’alluvione. Un cartello e un ricordo per ognuno di loro, cinque nomi che così vivranno per sempre: Adriano Bonino, Giuseppe Bonino, Giuseppe Borra, Lorenzo Monti e Giuseppe Peisino. La celebrazione a Clavesana era soprattutto dedicata a loro, in una serata dal cielo coperto, che un po’ rimandava a quel tremendo 5 novembre di 20 anni fa. E a rendere omaggio alle vittime c’era tutta Clavesana, in un misto di emozione e tristezza. Tutti con le candele in mano. Emozioni condivise dal sindaco, Luigino Gallo, insieme al primo cittadino del 1994, Michelino Chiecchio. Sono stati loro a scoprire una targa che reca scolpita nella memoria del paese il nome di quei concittadini che non ci sono più. E non è mancato l’affetto degli amici di Rogno, il paese simbolo dell’aiuto prestato a Clavesana in quei drammatici momenti. Presenti, poi, le autorità civili e militari (dai sindaci dei paesi vicini al prefetto, dal questore ai rappresentanti di Provincia, Regione, Protezione civile), i volontari, gli Alpini, i clavesanesi tutti.

A Farigliano, invece, i bimbi hanno gettato nel Tanaro sessantotto fiori, tanti quante le tante vittime che il fiume si è portato via. Le parole del sidnaco Spinardi hanno toccato il cuore dei tantissimi fariglianesi che, in silenzio, hanno preso parte alla fiaccolata in ricordo delle vittime di quel novembre 1994. Lutti ai quali anche Farigliano non ha potuto sottrarsi: proprio Spinardi, insieme al sindaco di allora, Teresina Vietto, ha scoperto sul ponte all’ingresso del paese una lapide realizzata con una pietra del Navetto (località devastata dal Tanaro) che ricorda Maria Mancardi e il figlio Gianluca Milano, inghiottiti dalla voragine apertarsi sul ponte Maccagno. A render loro omaggio anche tante autorità, dal prefetto al viceministro Costa, dalla parlamentare Dadone ai sindaci dei paesi vicini, dai rappresentanti di Provincia, Regione e Forze armate, ai volontari della Protezione civile e Alpini, fino alle delegazioni dei paesi che aiutarono Farigliano a superare l’emergenza, Pianezze e Ziano di Fiemme. Domenica, poi, il sindaco Spinardi ha premiato Maddalena Fia, prima classificata al concorso letterario nel ricordo dell’alluvione riservato gli alunni delle Scuole fariglianesi. Al secondo posto Federico Abrate, terza Miriam Gallesio.

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