Sono in dodici e vengono da ogni parte di Italia: da Ferrara, Potenza, Napoli, Reggio Calabria o Cagliari. Sono i “superstiti” di quello che rimane del Poli a Mondovì: gli iscritti al Master per lo studio dell’acqua potabile, civile e industriale.
Il Master è stato inaugurato lunedì 10 novembre. Un’inaugurazione ben diversa da quelle a cui Mondovì era abituata quando si aprivano gli Anni accademici, con le matricole e i corsisti di Ingegneria e Architettura. Questa volta l’aula magna dell’ormai ex Politecnico è uno scatolone vuoto, non c’è neppure bisogno di usare il microfono per i saluti inaugurali e la presentazione. Il coordinatore del Master, il professor Revelli, non vuole però mescolare le due cose: la specializzazione è rimasta, e va bene così. «Se c’è una cosa che la genetica ci ha insegnato – dice, nel suo benvenuto agli studenti – è che alla base della crescita c’è l’eterogeneità. Sono convinto che questa edizione del Master, la terza, sarà quella migliore. Le richieste erano più numerose, ma è stata fatta una selezione nei colloqui: dodici iscritti era il numero a cui ambivamo ed è stato raggiunto».
Si vuole guardare a quello che c’è, e non ha quello che c’era e oggi manca. Gli iscritti, cinque ragazze e sei ragazzi, hanno scelto questa specializzazione sapendo che la sede era Mondovì. Lezioni e laboratori si svolgeranno fino ad aprile, poi cominceranno i tirocini in aziende pubbliche o private. «L’acqua è un bene prezioso – commenta l’assessore alla Cultura di Mondovì, Mariangela Schellino – e dobbiamo imparare a non sprecarlo».
Fra gli studenti ci sono Viviana da Napoli, Arianna da Reggio Calabria, Alice che è cagliaritana ma da anni vive da studente a Torino e da oggi farà la pendolare. E ancora: Enrico da Catania, Flavio da Potenza, Antonio, Giovanni e Nicolò da Bari: «Ho saputo dell’esistenza di questo Master via internet – ci racconta Nicolò –, mi sono trasferito qua a Mondovì da fine ottobre. Cosa penso di questa città? È un posto bellissimo, ma forse un po’ poco valorizzato: mi pare una città un po’ chiusa su se stessa. Non vedo l’ora di vedere il famoso Meeting delle mongolfiere a gennaio, immagino che sia uno spettacolo fantastico».