È una costola della mega-inchiesta “Minotauro”. Si parla di ‘ndrangheta, la mafia calabrese, e ora si dovrà capire se davvero Mondovì ci è finita in mezzo o se si tratta solo di un affare precedente. Il fatto però c’è: Stefano Bongiovanni e Giorgio Vinai, manager dell’ex edile Conicos, sono stati rinviati a giudizio per riciclaggio. Il processo non ha sede a Mondovì ma a Torino, il fascicolo è in mano al pubblico ministero Antonio Rinaudo, sostituto procuratore della Procura torinese. Al centro delle indagini c’è la costruzione di una serie di box auto ad Alassio e lavori edili in un albergo ligure che la Conicos avrebbe dato in subappalto a una seconda impresa (Italia Costruzioni) finita implicata nei fascicoli della “Minotauro” e sospettata di affiliazione alle cosche della ‘ndrangheta. I rapporti fra l’ex Conicos e la Italia Costruzioni risalirebbero al 2006, quindi alcuni anni prima delle indagini della mega inchiesta torinese.
L’avvocato Alessandro Viglione, legale che difende Bongiovanni, garantisce che riuscirà a dimostrare la totale estraneità del suo assistito: «Nel 2006, in epoca antecedente alla scissione di Conicos e dei soci Bongiovanni e Vinai, cui ha fatto seguito la costituzione di Fincos, Conicos aveva concesso in subappalto lavori di carpenteria, ad Alassio, a Italia Costruzioni. La società, che faceva capo a Cardillo, era apparsa a Conicos affidabile e in regola. In primo luogo per via della partecipazione ad altre importanti gare pubbliche, quali i villaggi olimpici Torino 2006. Tra Italia Costruzioni e il gruppo si è stabilito, secondo prassi ordinaria, di corrispondere una minima parte del prezzo dei lavori mediante cessione di uno dei box auto. Per la Procura tale modalità di pagamento costituirebbe illecito, in considerazione della presunta contiguità con ambienti della criminalità organizzata di alcuni soggetti vicini a Italia Costruzioni. Contiguità paventata solo in epoca molto successiva alla stipula dei contratti. A dibattimento Fincos, che ha sempre regolato tutti i rapporti economici con i fornitori con pagamenti regolarmente tracciati (nel caso assegni circolari), sarà in grado di dimostrare l’assoluta correttezza del proprio operato».
Vinai è difeso dagli avvocati Scaparone di Torino e Botasso di Saluzzo.