Tre cantautori per una monregalese

Intervista: la parola a Paola Cuniberti

La monregalese Paola Cuniberti da anni lavora nel mondo della musica, oggi come manager di Niccolò Fabi. Il cantautore romano è in tour insieme a Daniele Silvestri e Max Gazzé con il “Padrone della Festa”; un'idea che sta letteralmente spopolando, e che ha portato ad una serie di sold out nelle loro prime date italiane (sei su sei per ora). Il 5 dicembre suoneranno anche al PalaAlpitour di Torino.

Paola, in questo tour un po' particolare di cosa ti occupi?

Il “management” ruota a 360° rispetto all'attività di un musicista, qui è tutto un po' più complesso: 3 manager e 2 agenzie di booking/produttori. Ognuno di noi ricopre il ruolo più adatto alle proprie caratteristiche umane e professionali. Io curo il coordinamento del progetto in relazione alle attività discografiche (una join venture tra Sony e Universal) oltre a tutti gli aspetti che riguardano Niccolo in prima persona.

Fabi Silvestri Gazzé riprende una “vecchia” idea per gli artisti in fase di lancio (si pensi a Venditti/De Gregori o a Banana Republic). Perchè questo progetto nasce ora e su quali basi?

Lavoro con Niccolò da quasi 4 anni e da almeno 3 circola questa voce. Niccolò, Daniele e Max sono nati artisticamente (oltreché anagraficamente) negli stessi anni e hanno condiviso i primi passi nella musica. Il punto di partenza del progetto è l'amicizia, e credo sia davvero tangibile. Si sperava di trovare un “momento” disponibile per tutti e 3: il “momento” è arrivato, si è trasformato in un anno, e ora siamo qui a raccogliere il frutto di un lavoro molto intenso.

Quanto il cantautorato riesce non solo a portare contenuti, ma a parlare con il popolo e quindi ancora esserne la voce?

Domanda difficile: partiamo da Il Padrone Della Festa, così restiamo “sul pezzo” e parliamo di 3 cantautori attuali. Ogni traccia riporta un argomento, lo accenna e stimola una riflessione. Questo è il ruolo del cantautore: mettere sul piatto uno spunto. I linguaggi autorali dei tre sono molto diversi, ma come si sente nel disco diventa possibile essere una voce unica che capace di raccontare la situazione attuale (vedi Giovanni Sulla Terra, Come Mi Pare, Il Padrone Della Festa)

Il tour sarà lungo, che cosa ci si aspetta da un'avventura del genere?

Il tour sarà denso: 14 date in 30 giorni; un mese tra palchi e autobus. Non so bene cosa aspettarmi da questa avventura, è tutto talmente grande e stupendo. Mi accontento di godere della felicità di Niccolo e di sentire il pubblico cantare “Costruire è sapere e potere rinunciare alla perfezione”: un risultato strepitoso.

Da Mondovì a Roma, passando per Torino, come cambia la vita, cosa ti manca e cosa invece vedi con occhi diversi, anche nel panorama musicale più locale?

Continuo a vivere a Torino dove mi sono trasferita nel 2000. Roma è una seconda casa dove ho costruito una rete di relazioni che partendo dal lavoro è sfociata nelle amicizie. A Mondovì ho passato anni importanti e sicuramente mi manca la vicinanza di quelle amicizie che si portano dietro i segni di anni in cui tutto è amplificato. Rispetto alla scena musicale regionale avrei un sacco di cose da dire, ma preferisco fare qualche nome: Cecilia (arpista cantante), Bianco, Levante, Daniele Celona e Nadar Solo; quella che qualcuno ha chiamato “scena torinese”. Tutti questi musicisti hanno quel fuoco negli occhi che porta anche gli addetti ai lavori a credere che qualcosa si possa fare. Io collaboro sia con major sia con etichette “indipendenti”, chiaramente i parametri di investimento sono diversi in termini economici, la differenza continuano a farla tantissimo le persone; buttare via soldi è semplicissimo, trovare persone capaci ed entusiaste è difficilissimo.

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