Conti in rosso per la Provincia di Savona

I conti non tornano più: mancano risorse per oltre 2 milioni di euro. Scuole al freddo e sgombero neve, scatta l'emergenza

Una situazione finanziaria drammatica per non dire al collasso quella emersa durante dall’assemblea dei sindaci, svoltasi la scorsa settimana a Palazzo Nervi. Dal 2015 la Provincia di Savona non potrà garantire il riscaldamento agli Istituti scolastici superiori e non potrà far fronte per l’emergenza neve. Un quadro di emergenza economica-finanziaria delineata dal presidente Monica Giuliano e dai consiglieri provinciali agli amministratori della territorio provinciale alla luce dei tagli determinati dalla legge di stabilità. «C’è il rischio che l’Ente provinciale deperisca per asfissia finanziaria – ha affermato il presidente Giuliano –: in questa fase di transizione, dobbiamo rendere operativa la Provincia e contribuire alla sua solidità finanziaria attraverso il coinvolgimento di tutti i sindaci. Dobbiamo far fronte ad una mancanza di risorse che, con i tagli del 2015, supera i 2 milioni di euro». Una assemblea dei sindaci convocata su un unico ordine del giorno: come riorganizzare e rendere operativo l’Ente dopo l’approvazione della legge Delrio, che ha declassato la Provincia ad Ente di secondo livello, e della legge di stabilità. «I continui tagli non sono più sostenibili, ma questo non basta. Infatti, nel corso degli anni i fondi saranno ulteriormente ridotti», ha affermato il consigliere provinciale al bilancio, Lorenzo Operto. «La Provincia per il 2015 metterà nel bilancio una cifra pari a zero per il sistema scolastico, e l’Ente non potrà garantire il riscaldamento per le Superiori durante il prossimo anno», afferma il consigliere Federico Larosa. E non solo, per quanto riguarda l’emergenza neve «ci saranno risorse solo fino a febbraio prossimo – afferma il consigliere provinciale ai Lavori pubblici, Giovanni Ferrari –. Inoltre, nel bilancio 2015 in conto capitale le risorse per le strade e la viabilità sono pari a zero». Una situazione dunque critica che rischia di avere forti ripercussioni sui Comuni e che nell’immediato non sembra avere una soluzione tangibile.
E a proposito di riscaldamento negli Istituti superiori è proprio di questi giorni la richiesta da parte dell’Istituto secondario superiore di Cairo M.tte, sia quello di corso XXV aprile, sia quello di via Allende/Mameli, alla Provincia di Savona affinchè provveda all’allaccio degli edifici al teleriscaldamento urbano già in gran parte realizzato e attivo in città grazie alla Finigest srl di Savona. Spiegano i promulgatori della petizione, che è tuttora aperta ad altre sottoscrizioni: «La raccolta di firme ha iniziato a circolare fra il personale scolastico quando, al calo delle temperature esterne e interne, e nonostante le ripetute segnalazioni della Scuola, da parte savonese non si è riscontrata la volontà di provvedere ad un adeguamento dell’accensione degli impianti che garantisse di poter raggiungere, per tutto il tempo necessario, il tepore minimo sufficiente per la permanenza in Istituto di studenti e operatori, che compensavano parzialmente con giacche o maglioni aggiuntivi. La situazione si è protratta immutata dal mese di ottobre fino alla prima decade di novembre. Gli impianti hanno cominciato ad essere impostati in maniera un po’ più adeguata soltanto quando anche Savona ha iniziato a registrare temperature un po’ più basse, sebbene più elevate che a Cairo (specialmente le notturne). Preso atto della necessità di favorire il risparmio energetico/economico, ma non a scapito della salute, noi firmatari desideriamo sollecitare politici e funzionari ad orientarsi verso soluzioni ottimali che consentano il risparmio economico tanto desiderato senza che si debba pagarne un alto prezzo. Non solo ciò che è moneta è “economico”, e lasciamo al buon senso le riflessioni su questo preciso pensiero».

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