Impossibile andare a dormire dopo un concerto come a quello dello scorso martedì 2 dicembre. Le orecchie fischiano, negli occhi brillano ancora le luci della coreografia planetaria del palco e sulla pelle sento ancora il calore di un concerto vissuto a stretto contatto con l'artista, a ridosso delle transenne. 10 minuti dopo le nove le luci si sono spente ed è cominciata subito la festa!
Nel parterre centinaia di telefonini hanno iniziato a riprendere lo spettacolo, sebbene fosse difficile coglierne tutti i fotogrammi; Biagio è in continuo movimento ed stata dura portare a casa uno scatto decente! L'artista bolognese si muove, corre e salta come un ragazzino: il suo fisico asciutto e le sue movenze dinoccolate nascondono i suoi 51 anni ben portati. Il repertorio spazia dai primi successi risalenti agli anni '90 con arrangiamenti molto graditi anche ai fans più esigenti (per la storica "Non so più a chi credere" presentata al Festival di Sanremo nel 1993); l'intero concerto è un continuo alternarsi di brani dai ritmi armoniosi e melodici, con canzoni più "rock" dove l'intero palazzetto si scatena. Tutti cantano aiutati anche dai monitor intorno al palco: struttura e pedane permettono ad Antonacci di toccare i suoi fans, di stringere le loro mani e di farsi abbracciare. Biagio è accompagnato da sette musicisti, tra i quali svetta imperiosamente un giovane batterista (22 anni), scoperto dallo stesso cantautore in Repubblica Ceca tramite un canale YouTube e che a metà concerto ha dato prova della sua eccezionale bravura in un assolo straordinario. ANtonacci esce dal palco lasciandogli la scena e torna presentando la sua consueta camicia bianca, tanto attesa dalle fans, sotto una giacca nera indossata solo per una canzone. Sognami è dedicata a chi non è più tra noi; guarda in alto, e probabilmente pensa a suo padre scomparso pochi mesi fa. Il ritmo cresce, le canzoni si susseguono ininterrottamente tra cori, balli, con un Antonacci instancabile e tutto il palazzetto balla con lui. "Non sedetevi, Non sedetevi!" grida tra una canzone e l'altra. Il concerto vola, in un soffio. Pare strano non sia stata presentata ancora in scaletta "Liberatemi". "Ma come? Non la fa? -Antonacci sce - ...Rientra? Ma sì che rientra" Antonacci rientra correndo e intona "Signor Capitano, mi liberi le mani, non ho fatto mai del male a nessuno...": il palazzetto trema, una bomba! E dopo quest'ultima performance Biagio saluta ancora, manda baci, stringe mani.
Si riaccendono i riflettori, sul palco la desolazione, ci si guarda attorno: la gente comincia a rivestirsi, qualcuno cerca di rimettersi a posto i capelli dopo due ore di caos, altri stringono come un cimelio le sciarpe volate sul palco. Gli occhi sono lucidi, lo sento. Spero che almeno una foto non sia venuta mossa! Si torna a casa, in macchina lo si ascolta ancora. Anche questa volta Biagio a Cuneo ha sentito forte il nostro abbraccio: ha promesso anche che ritornerà presto, probabilmente già in primavera! Ci sarò. Ora posso andare a dormire tranquilla!