L’ex-Comizio agrario di Mondovì e le Langhe che da Carrù vanno verso l’Albese. È questo, per ora, il territorio dove si potrà allevare il Bue grasso di Carrù. A deciderlo è stato il Cda del Consorzio di tutela, riunitosi sabato per mettere mano al Disciplinare e delineare così le metodologie con cui il "re" della zootecnia carrucese debba essere prodotto.
L’area di produzione è certamente la questione che, negli ultimi anni, ha più creato diatribe. Il vecchio Disciplinare l’aveva allargata a tutta la provincia, generando anche dissapori. Il Consorzio ora ha deciso di partire con un territorio più circoscritto ed omogeneo, quello legato all’ex-Comizio agrario di Mondovì, cui si aggiunge la Langa verso l’Albese. Ma non è una scelta senza possibilità di correzioni. «Partiamo con questo territorio – spiega il presidente del Consorzio, il dott. Giovanni Comino –, ma il Disciplinare non esclude, anzi prevede, la possibilità di allargarlo qualora ce ne sia necessità».
Meno sostanziali, invece, le modifiche alle modalità di allevamento, vale a dire tutta la parte tecnica relativa alla tipologia della razza, età, alimentazione, condizioni di vita, ecc… «Semplici aggiornamenti – spiega ancora Comino –. La novità più rilevante riguarda la sostituzione della "Banca del pelo" con la "Banca del sangue", una metodologia più innovativa per la definizione del Dna, che permette di seguire il prodotto dalla stalla fin sui banchi della macelleria».
Ecco dove si può allevare il Bue grasso di Carrù
Approvato il Disciplinare: l'area di produzione va dal territorio dell'ex-Comizio agrario di Mondovì alla Langa verso Alba.