«Un piano idrogeologico per pulire il Tanaro»

La pulizia dell’alveo del Tanaro e la sua messa in sicurezza: era il nodo dell’incontro tenutosi lunedì in Prefettura a Cuneo.

La pulizia dell’alveo del Tanaro e la sua messa in sicurezza. Era questo il nodo centrale dell’incontro tenutosi lunedì in Prefettura a Cuneo, un tavolo voluto dai sindaci, promosso dal prefetto, Giovanni Russo, e sollecitato anche dal viceministro, Enrico Costa. “Il Tanaro sta diventando una selva di pericolose isole di pietra e terra con vegetazione” è l’allarme lanciato in particolare dai sindaci di Clavesana e Farigliano, che già da tempo chiedono di poter discutere le normative in vigore sulla materia e le modifiche necessarie per evitare situazioni di emergenza.

E così un primo passo è stato fatto. A Cuneo erano presenti, oltre a Russo e Costa, anche l’assessore regionale Valmaggia, i consiglieri provinciali, Riu e Bernardi, una sessantina di sindaci della zona interessata, i tecnici regionali, Femia, Tealdi e Bovo, il dirigente dell’Agenzia Interregionale per il Po, Carlo Condorelli, il coordinatore della Protezione civile della “Granda”, Roberto Gagna, e i rappresentanti di Coldiretti e del Corpo Forestale dello Stato. «Non sappiamo cosa fare e a chi indirizzare le richieste – hanno spiegato i sindaci –. Spesso siamo impotenti e non più “padroni” delle nostre terre. Si possono asportare dall’alveo, in situazioni di emergenza, al massimo 10.000 metri cubi di materiale litoide (pietre e simili), ma le imprese che lo tolgono devono pagarlo 3,2 euro al metro cubo. In questo periodo di crisi, per loro è una situazione insostenibile. Occorre togliere il vincolo del Patto di stabilità su questi interventi, altrimenti si blocca tutto. Siamo le sentinelle del territorio, alle quali dovete dare ascolto».
Il tavolo, dunque, ha portato alla condivisione del problema, ed è già un buon inizio. Ma c’è stato spazio anche per qualche soluzione concreta. Una su tutte la predisposizione di un Piano di gestione dei sedimenti, non concentrato su brevi tratti del fiume, ma lungo buona parte dell’asta del Tanaro, da Ormea a Narzole. Perché un’asportazione elevata in certe zone può produrre una velocizzazione dell’acqua in quelle immediatamente successive.

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La soluzione proposta da Gagna è quella di coinvolgere le Fondazioni bancarie, ma certo la politica non potrà tirarsi indietro e la speranza è che lo possa fare quanto prima. «È un atto di maturità affrontare questi temi non dopo il verificarsi di criticità o tragedie, ma nel momento in cui è possibile effettuare una programmazione seria – è il commento del viceministro Costa –. Nel corso della riunione sono emerse le contraddizioni normative e i problemi pratici con cui devono confrontarsi quotidianamente i sindaci dei Comuni interessati».

Dai sindaci, tutto sommato, giungono commenti positivi. «Il tavolo – spiega il sindaco di Farigliano, Mirco Spinardi –, se non altro, è servito a far incontrare tutti gli Enti coinvolti. Il problema esiste, ora tutti lo sanno, ed affrontarlo congiuntamente è sicuramente la strada giusta. La predisposizione di un piano idrogeologico mi pare un buon inizio, così come la possibilità di tornare alla compensazione per le ditte che si dicono disponibili ad intervenire per la pulizia. Staremo a vedere se nei prossimi mesi qualcosa cambierà».

«E’ stato un incontro molto positivo – dice il sindaco di Ceva, Afredo Vizio – dove sono state affrontate le varie problematiche da affrontare per accelerare le iniziative relative alle manutenzioni dei corsi d’acqua, con quindi meno vincoli. Si è parlato appunto dei Comuni che hanno l’obbligo di osservare il Patto di stabilità e per questo hanno le “mani legate” di fronte a certe spese. Sono stati chiariti molti punti importanti che porteranno sicuramente a fare bene per la manutenzione e la sicurezza del Tanaro e dei suoi affluenti».

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