Una bimba che si fa tutto il lungo e terribile viaggio dal cuore del continente africano alle coste del sud Italia nella pancia della mamma, accudita dal papà, viene alla luce a Capodanno nell'Ospedale di Cuneo e qualche settimana dopo al suo battesimo sono presenti, come madrina e padrino, i due titolari dell'agriturismo di Chiusa Pesio che ospita, assieme ad altri profughi, la sua famiglia. È questa la storia della piccola Ginevra; i suoi genitori lo scorso anno erano partiti dalla Nigeria per raggiungere le coste nord africane. Da qui avevano affrontato la temibile traversata su quei barconi che tante volte vediamo in televisione stracarichi di persone alla disperata ricerca di una vita migliore. Dopo un primo periodo di accoglienza nei paesi del sud Italia, la coppia di nigeriani, insieme a tanti altri compagni di viaggio, è stata trasferita in provincia di Cuneo, dove il prefetto, lo scorso autunno, ne ha disposto l'alloggio presso l'agriturismo “Lungaserra” di Chiusa Pesio. «Come agriturismo facente parte della rete di “Fattoria Sociale”, quando la Prefettura di Cuneo ci ha chiesto di dare la nostra disponibilità ad accogliere alcuni ospiti nella nostra struttura non ce la siamo sentiti di dire di no – ci dice Daniela, titolare, con il marito Luciano, dell'agriturismo “Lungaserra”, posto fra l'abitato di Chiusa Pesio e la frazione montana dei Vigna –. Volendo però garantire un ambiente adeguato, sotto tutti i punti di vista, abbiamo posto quale unica condizione di ospitare delle coppie, meglio se con bambini. La nostra struttura, posta in aperta campagna e caratterizzata da un allevamento di asini, ben si presta a questo tipo di utenza. Abituati come siamo ad effettuare corsi per persone con varie tipologie di handicap, ci teniamo molto a seguire anche tutti i risvolti psicologici che queste difficili esperienze di vita comportano».
Articolo completo in edicola su L'Unione Monregalese oppure nell'edizione digitale.