Sequestrate le quote di “Mwb srl”

Critica la situazione dello stabilimento. Preoccupazione tra le maestranze dell’azienda di Garessio.

Nel maggio 2012, quando “Marachella Gruppo spa” presentò il suo piano turistico con un evento in grande stile, ci fu chi applaudì guardando con ottimismo a una «nuova speranza per il futuro del territorio» e chi, già allora, storse il naso mostrando diffidenza. Il Gruppo avrebbe dovuto ridare ossigeno al paese, e alla valle, con il progetto “Garessio guarda avanti”, ma nel giugno scorso è stato dichiarato fallito. Nel frattempo le attività che si era aggiudicato, dalla gestione delle piste di Garessio 2000 a quella di parte del Castello di Casotto e della Correria, venivano trasferite in capo ad altre società. Ma impianti sciistici e Castello a parte, quella su cui da tempo si concentra la preoccupazione più grande è l’attività che, pur non direttamente riconducibile al Gruppo, oggi si ritrova a fare i conti con ripercussioni del fallimento: l’ex “Graziano trasmissioni”. Nel novembre 2012 la multinazionale svizzera Oerlikon cede a “Mwb srl” con il vincolo di garantire commesse alla nuova proprietà fino a ottobre 2015. “Mwb srl” fa capo a “General power srl”, società che detiene il 100% delle quote e che controlla per il 90% anche il Gruppo Marachella di cui è contitolare e presidente Marco Maniezzi, anche amministratore “Mwb”. Lunedì la notizia: le indagini della Procura di Torino sullo stato di insolvenza di Marachella hanno portato in luce la «distrazione di circa 10 milioni di euro dalla “General power srl” al Gruppo Marachella spa, per finanziamenti concessi sotto forma di prestito infruttifero». Di qui la richiesta di fallimento anche per “General power”, già in liquidazione, che si ritrova sequestrati beni per il valore complessivo di 2,6 milioni di euro (sedici villette con garage e cantine a Narzole), oltre al 50% delle quote che detiene nella “Solidus Holding srl” e a tutte quelle in “Mwb srl”. Un’altra mazzata per lo stabilimento garessino, già piegato dalla crisi che ne ha ridotto il fatturato per oltre il 70%. Qui, dallo scorso agosto, è aperta la cassa integrazione straordinaria su un terzo dei 67 lavoratori che continuano ad aspettare quattordicesima, tredicesima, parte dello stipendio di dicembre e le spettanze di gennaio. E dall’inizio del 2015 l’azienda è in liquidazione volontaria. Nei giorni scorsi Maniezzi ha confermato pubblicamente l’esistenza di un paio di trattative per il subentro nell’attività, anche tramite un affitto finalizzato all’acquisizione. Argomento che potrebbe aprire ulteriori questioni, per lo più legate al possibile ridimensionamento della manodopera. Poi più nulla fino alla notizia del sequestro delle quote. «Era prevedibile si arrivasse a questo punto – commenta Bruno Gosmar, Uilm Cuneo –: la situazione è critica da tempo. Ma questa realtà industriale non può finire nel baratro. Ci auguriamo che le operazioni industriali necessarie per garantire continuità lavorativa si concludano nel più breve tempo possibile con il subentro di una nuova proprietà. Fermare l’attività, con il rischio di perdere commesse, sarebbe deleterio». Il sindaco Sergio Di Steffano: «La prossima settimana apriremo un tavolo di crisi come Commissione lavoro. Insieme alle parti sociali si era già chiesto un incontro in Regione che, alla luce delle recenti novità, sarà momentaneamente sospeso in attesa di sviluppi».

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